Remake in vista: tocca a The Raid di Patrick Hughes

“The Raid” è un film d’azione del 2011. Per certi versi può essere ritenuto un vero e proprio “caso”; alla sua uscita, infatti, la pellicola ebbe un grande successo, testimoniato da ottime recensioni e da un bell’incasso al botteghino.

Niente di strano, direte voi, di film d’azione che fanno una vagonata di soldi ormai siamo circondati e il fatto che ogni tanto ne esca qualcuno che metta d’accordo critica e pubblico, seppur strano, è del tutto possibile. Va in verità notato che il film non è il classico action americano a cui siamo abituati, bensì il frutto di una produzione indonesiana.

Per la regia di Gareth Evans, “The Raid” è la storia di una squadra della DEA che ha il compito di catturare un famoso boss della droga, rifugiato in un palazzo nei bassifondi di Giacarta (la capitale indonesiana). Il gruppo si ritroverà intrappolato all’interno dell’edificio e dovrà vedersela con gli scagnozzi del criminale per portare a compimento la missione e salvarsi la pelle.

Senza entrare nei meriti della qualità del film (lodato da molti, ma anche stroncato da altri, tra i quali il compianto Roger Ebert), la notizia di oggi è l’ufficializzazione che alla guida del remake hollywoodiano del film ci sarà Patrick Hughes (già regista di “Red Hill” nel 2010 e di cui vedremo a settembre “I mercenari 3” con Stallone, Schwarzenegger e il resto della compagnia).  Alla produzione ci sarà lo stesso Evans e la XYZ Films, entrambi già produttori della pellicola originale, di cui per altro uscirà tra pochi giorni il sequel “The Raid- Berendal”, mentre la sceneggiatura sarà affidata a Brad Ingelsby (“Out of the Furnace”, 2013).

Le notizie sul cast sono ancora ben poche, anche se si era vociferato di un tentativo di avvicinare i fratelli Hemsworth (il maggiore Chris ormai famoso per aver dato un volto al dio nordico della Marvel, Thor, e il minore Liam conosciuto soprattutto per il suo recente ruolo nei due capitoli di “Hunger Games” e per aver partecipato al secondo capitolo de “I mercenari”).

Viene però spontaneo chiedersi se, seppur avendo alle spalle la produzione originale, sia davvero necessario un remake occidentale. Ormai non si fa in tempo ad ammirare un film al cinema che il mese successivo ci ritroviamo già con il suo remake nelle sale; ci sono persone che magari vedono un film e ne apprezzano il soggetto senza tuttavia sapere che in realtà quello a cui hanno appena assistito è stato un lavoro di “riciclo”. Purtroppo, capita che nella maggior parte dei casi questi “riadattamenti” siano deludenti, spesso attingendo a classici che nella loro perfezione e iconicità non hanno altra necessità se non quella di essere apprezzati e tutelati. Non sono in pochi ad averei brividi lungo la schiena a ogni “remake” o “reboot” annunciato.

Per quanto il film di Evans, almeno per ora, non viene considerato una pietra miliare del cinema,  viene comunque da chiedersi se abbia senso puntare così tanto su remake, reboot e chi più ne ha più ne metta di cui stiamo diventando davvero saturi. Lo scopo del cinema dovrebbe essere quello di offrire intrattenimento, spunti di riflessione, emozioni, a partire da un’ispirazione e un approccio unici, in modo anche da rendere il panorama cinematografico il più vario possibile nell’offerta con un ricircolo continuo di idee. Il rimanere stagnati è proprio ciò da cui si dovrebbe rifuggire per non offrire sempre la solita minestra scaldata, errore a cui da qualche anno, solite eccezioni a parte, siamo ancorati anche noi italiani (e non credete, anche noi ci stiamo dando al remake, vedi “Benvenuti al Sud” con relativo sequel), finendo per portare in sala sempre la stessa tipologia di film, salvo poi lamentarci del fatto che la gente vada a vedere solo lavori stranieri.

Questo spunto di riflessione non vuole in nessun modo danneggiare l’immagine del film di Hughes, che potrebbe rivelarsi un film più che valido, dopotutto ogni film è un’opera a sé, ma è naturale che possano sorgere dei dubbi riguardo questa direzione intrapresa dall’industria cinematografica, soprattutto vedendo che gli americani cominciano ad allungare sempre più le mani anche su prodotti così lontani da loro (esemplificativo il recente “Oldboy” di Spike Lee, remake dell’originale coreano del 2003 diretto da Park Chan-wook, il cui film “Lady Vendetta” sarà anch’esso reso in chiave americana, con Charlize Theron come protagonista).

Detto questo, non ci resta che fare un “in bocca al lupo” a Patrick Hughes e a tutto l’entourage che si occuperà del film, sperando, anche per rispetto all’opera originale, che facciano un buon lavoro.

Ricordate, però, senza cambiamento non c’è progresso. Vale per tutto, anche per il cinema.

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