Dopo il successo globale di Hunger Games, Jennifer Lawrence e il regista Francis Lawrence si sono ritrovati a collaborare in un progetto molto diverso dal distopico mondo di Panem. Red Sparrow, uscito nel 2018, ha rappresentato un tentativo di lanciare l’attrice in un thriller spionistico cupo e sensuale, ma i risultati sono stati contrastanti.
Red Sparrow: Una trama che si perde nelle sue stesse intenzioni
Il film racconta la storia di Dominika Egorova, una ballerina professionista costretta a lasciare il palcoscenico dopo un grave infortunio. Senza alternative, viene reclutata dai servizi segreti russi e addestrata per diventare una “Sparrow”, agente specializzata nella manipolazione psicologica e sessuale. Il personaggio si muove tra giochi di potere e doppi giochi, in un mondo dove la lealtà è un concetto fluido.
Nonostante l’ambientazione affascinante e il potenziale narrativo, la sceneggiatura si rivela troppo contorta, con passaggi poco chiari e un intreccio che si complica inutilmente. Le ambizioni del film si scontrano con un’esecuzione che fatica a tenere alta l’attenzione dello spettatore.
Attori di livello, ma poco valorizzati
Jennifer Lawrence affronta con decisione un ruolo complesso e fisicamente impegnativo, ma l’accento russo incerto e una scrittura poco ispirata limitano la forza del suo personaggio. Il resto del cast, che include nomi come Jeremy Irons, Ciarán Hinds e Matthias Schoenaerts, sembra intrappolato in ruoli caricaturali. Le loro performance, seppur professionali, mancano di autenticità, finendo per somigliare più a cliché da serie poliziesca anni Settanta che a figure credibili del mondo dell’intelligence.
Il confronto con il successo di Hunger Games
Se si guarda ai numeri, Red Sparrow ha recuperato l’investimento iniziale — circa 69 milioni di dollari di budget contro 152 milioni di incassi globali — ma resta molto lontano dai trionfi della saga di Hunger Games, dove La ragazza di fuoco da sola ha superato gli 865 milioni di dollari al botteghino.
Il potenziale non sfruttato dell’autore
Un’occasione mancata anche dal punto di vista della fonte originale. Il film si basa su un romanzo scritto da Jason Matthews, ex agente della CIA. La sua esperienza diretta avrebbe potuto dare profondità e realismo alla vicenda, ma tutto si perde in una rappresentazione poco convincente dello spionaggio. Il risultato è un racconto che, anche nei momenti più intensi, appare forzato e poco credibile.
Red Sparrow avrebbe potuto rappresentare una svolta nel genere, ma è rimasto bloccato tra estetica e confusione narrativa, senza trovare un’identità forte.
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