Recensione di Blink Twice: un thriller deludente?

Il thriller Blink Twice, diretto da Zoë Kravitz e con Channing Tatum, delude con una trama prevedibile e un'esecuzione disordinata.

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Questa estate, Channing Tatum è stato al centro dell’attenzione non solo per la sua partecipazione nella commedia romantica Fly Me to the Moon, ma anche per il suo ruolo nel thriller Blink Twice, diretto dalla sua fidanzata, Zoë Kravitz. Il film, inizialmente intitolato Pussy Island, ha dovuto affrontare polemiche e cambiamenti di titolo imposti dalla MPA. Tuttavia, il problema principale sembra essere la qualità del film stesso, piuttosto che il controverso titolo.

Recensione Blink Twice: Zoë Kravitz debutta alla regia con un thriller deludente

Blink Twice segue la storia di Frida (interpretata da Naomi Ackie), che partecipa a una festa esclusiva sull’isola privata del miliardario Slater King (Tatum). Quello che inizia come un invito a una vacanza di lusso si trasforma presto in un incubo quando Frida scopre che l’isola nasconde segreti inquietanti. Nonostante le ottime premesse, il film fallisce nel realizzare il suo potenziale.

Il debutto alla regia di Kravitz mostra alcune scelte stilistiche eleganti, ma la sceneggiatura co-scritta da lei e ET Feigenbaum risulta deludente. La trama, che richiama film come Get Out e The Stepford Wives, appare derivativa e priva di originalità. L’ambientazione dell’isola di lusso è stata vista anche in film come Glass Onion: A Knives Out Mystery e The White Lotus, mentre alcuni elementi sembrano copiati da altri titoli recenti come Saltburn e Don’t Worry Darling.

Il ritmo del film è problematico, con una prima metà lenta e priva di suspense. Le situazioni che dovrebbero risultare intriganti sono prevedibili e non riescono a mantenere l’interesse dello spettatore. Inoltre, la sceneggiatura manca di sottigliezza, rendendo il film troppo prevedibile. Le idee interessanti vengono esplorate in modo superficiale e le rivelazioni finali sono così estremamente oscure da diventare più scioccanti che coinvolgenti.

Il tono del film è un altro punto debole. Nonostante i tentativi di aggiungere umorismo e leggerezza, la maggior parte delle battute non suscita risate genuine. Il tentativo di combinare elementi comici e thriller si risolve in un disastro di tono, con personaggi che sembrano appartenere a film diversi. L’atto finale, in particolare, è caratterizzato da un mix di stili e contenuti che risultano incoerenti e confusi.

Il montaggio del film lascia molte questioni senza risposta e la mancanza di coesione tra le scene contribuisce alla sensazione di incompletezza. Le scelte visive e narrative sembrano scollegate, con un finale che solleva più interrogativi morali che emozioni autentiche. Nonostante alcuni momenti accettabili e il tentativo di affrontare temi di potere femminile, Blink Twice non riesce a sfruttare appieno le sue potenzialità.

In conclusione, Blink Twice è un film che ha fallito nel capitalizzare il suo potenziale e nel garantire un’esperienza cinematografica soddisfacente. Zoë Kravitz mostra delle promesse come regista, ma questo debutto è minato da una sceneggiatura debole e una direzione confusa. I fan di Tatum e Kravitz potrebbero trovare qualche interesse nel progetto, ma difficilmente il film sarà ricordato come un grande successo.

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