L’Italia si riconferma il Belpaese, o almeno, tale lo è in ambito cinematografico. “La vita è bella” per il tricolore solo se vi è “La grande bellezza“: bella, splendida come la vittoria al Dolby Theatre di Los Angeles di Paolo Sorrentino, vincitore dell’ambito Premio Oscar 15 anni dopo il celebre film di Roberto Benigni. 1999-2014: nella categoria “Miglior film straniero“, Ewan Mc Gregor e Viola Dacis hanno annunciato che la pellicola “Made in Italy” ha conquistato la statuetta più famosa al mondo, regalando un risveglio dorato all’intero Paese grazie alla vittoria de “La grande bellezza“. Ad accompagnare Paolo Sorrentino in questo momento di trionfo erano presenti Toni Servillo e il produttore Nicola Giuliano. Il regista napoletano ha voluto ringraziare tutti gli attori e l’intero staff che hanno collaborato nella realizzazione del film. Un pensiero particolare è andato a Federico Fellini, i Talking Heads, Martin Scorsese e Diego Armando Maradona: “Sono quattro campioni nella loro arte che mi hanno insegnato cosa vuol dire fare un grande spettacolo“. L’Oscar è ovviamente stato dedicato ai suoi cari, la giornalista Daniela D’Antonio e i figli Anna e Carlo.”La mia famiglia è la grande bellezza della mia vita“. La stessa che gli è venuta prematuramente a mancare ma che ha contribuito enormemente a forgiare in lui il desiderio di diventare un regista di successo.
Paolo Sorrentino: dal dramma giovanile al successo americano
Un fatto buio e triste ha contribuito a far nascere in Paolo Sorrentino il sogno cinematografico. All’età di 17 anni rimane orfano di entrambi i genitori, vittime in un incidente domestico causato da una fuga di gas da un difettoso impianto di riscaldamento in una casa di montagna. Su pressione dei parenti, la catastrofe obbliga il giovane Paolo Sorrentino a iscriversi ad Economia e Commercio ma all’età di 25 anni abbandona gli studi per dedicarsi completamente alla cinepresa: “Da figlio di bancario avrei ripercorso le orme paterne. L’essere rimasto orfano mi ha dato l’incoscienza di provarci“. Comincia così la sua carriera cinematografica quando nel 2001 esordisce con “L’uomo in più” con Toni Servillo. Paolo Sorrentino stima la bravura dell’attore ma rivela che non coltiva particolari simpatie nei confronti di questa categoria. Con lui è invece diverso perchè “Mi fa molto ridere e a ciò attribuisco un’importanza fondamentale“. Tra i due nasce una sincera amicizia che porterà i due artisti campani ad altre numerose collaborazioni: “Le conseguenze dell’amore” (2004), “Sabato, domenica e lunedì” (2005), “Il Divo” (2008) e ovviamente – last but not least – “La grande bellezza” che ha conquistato da subito gli USA ed ha affermato definitivamente in campo internazionale il regista partenopeo. Dalle nere nubi adolescenziali al dorato sogno americano: sempre in compagnia di Daniela, Anna e Carlo, la sua vera, unica “grande bellezza”.