Omicidio di Sharon Verzeni, al processo Moussa Sangare: “Sono innocente”

Scopri di più su Omicidio di Sharon Verzeni, al processo Moussa Sangare: “Sono innocente”
Credit: Youtube

Ha avuto inizio questa mattina il processo a carico di Moussa Sangare, il trentenne che ha confessato l’omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 luglio 2024 a Terno d’Isola, in provincia di Bergamo. L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e da futili motivi.

Omicidio di Sharon Verzeni: al via il processo per Moussa Sangare

In aula erano presenti i familiari della vittima, tra cui il padre, la madre, la sorella e il compagno di Sharon, Sergio Ruocco. Durante l’udienza, i loro volti sono rimasti impassibili, mentre cercavano di contenere il dolore per la perdita subita. Anche l’imputato si trovava in aula, seduto accanto al suo avvocato, evitando ogni contatto visivo con i presenti.

La strategia della difesa: richiesta di perizia psichiatrica

L’avvocato di Sangare, Giacomo Maj, ha richiesto una perizia psichiatrica per valutare la capacità del suo assistito di stare in giudizio e per verificare il suo stato mentale al momento del delitto. Secondo il legale, alcune relazioni indicherebbero un distacco dalla realtà da parte dell’imputato, il che potrebbe incidere sulla sua responsabilità penale.

L’opposizione della procura: “Non è pazzo”

Il pubblico ministero di Bergamo, Emanuele Marchisio, si è opposto alla richiesta della difesa, sostenendo che l’imputato fosse lucido e razionale sia prima che dopo il delitto. Il magistrato ha evidenziato come, dopo l’omicidio, Sangare si sia dato alla fuga, abbia cambiato bicicletta e si sia persino tagliato i capelli per non essere riconosciuto. Secondo il pm, questi comportamenti dimostrano una chiara consapevolezza delle proprie azioni, escludendo quindi una condizione di incapacità di intendere e di volere.

La dichiarazione in aula di Sangare

Prima che la Corte d’Assise di Bergamo si ritirasse per deliberare sulla richiesta di perizia psichiatrica e sulle altre istanze della difesa, Sangare ha avuto l’opportunità di parlare. Con fare nervoso, ha gesticolato e borbottato poche parole: “Sono innocente”.

Nei prossimi giorni la Corte dovrà pronunciarsi sulla possibilità di effettuare ulteriori accertamenti sulla salute mentale dell’imputato, decisione che potrebbe avere un peso determinante sul proseguimento del processo.

Fonte: Leggo
Link adv