Amy Adams, Jake Gyllenhaal e Aaron Taylor-Johnson, alcuni dei nomi che compongono l’eccellente cast di Nocturnal Animals, hanno parlato oggi con la stampa assieme al regista e sceneggiatore Tom Ford.
Lo stilista, che sette anni fa proprio a Venezia aveva portato la sua opera prima A Single Man, dirige un film sul ripianto, sulle scelte sbagliate e la possibilità di redimersi in un thriller a cui fa da cornice l’apatica vita di una borghese.
Ford ha spiegato come volesse raccontare una storia “che ti avverte di quello che può accadere nella vita quando non incontri persone leali e che credono in te.”
Tratto dal libro Tony e Susan di Austin Wright, il regista ha sottolineato come abbia necessariamente dovuto cambiare alcune cose durante l’adattamento: “Il libro è il libro, mentre il cinema è diverso. Non si può tradurre esattamente un libro sullo schermo, perché non puoi trasmettere allo stesso modo.”
Riguardo la folgorante sequenza d’apertura, in cui corpi nudi di donne sovrappeso si muovono con delicatezza, il regista svela il suo scopo: “Volevo ambientare la storia al giorno d’oggi e sottolinearne l’assurdità. Tutto è reale, non mi piacciono i film troppo irreali e mi sono messo in testa di raccontare la storia di un artista europeo che arriva in America e vede la cultura cadergli a pezzi davanti. Le convenzioni della nostra cultura sono passate, non possono dirci più come dovremmo essere, dovremmo lasciare da parte l’immagine che la gente ha di noi e cercare di fare il meglio per essere noi stessi.”
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Diverse ragioni hanno spinto i diversi interpreti ad accettare le proprie parti. Jake Gyllenhaal, che nel film ha il doppio volto dell’ex marito di Amy Adams e del protagonista del romanzo da lui scritto, ammette che la prima cosa ad averlo colpito è stata la sceneggiatura stampata su carta rossa, come non aveva visto prima: “Questo ha cambiato il modo in cui l’ho letta. Inoltre è una storia molto personale, vicina a me, una delle migliori sceneggiatori che abbia mai letto.” ha dichiarato l’attore, rimasto molto affascinato anche dalla “metafora del dolore vista sullo sfondo della quotidianità.”
Anche Amy Adams, volto della borghese dalla vita vacua Susan, è stata colpita dalla storia molto personale: “Quando è così, sai che il regista ti accompagnerà. Inoltre ero curiosa di come si potesse rendere quel flusso che va da una personalità all’altra proprio del testo. Volevo far parte di questa storia di dolore e rinuncia.”
Aaron Taylor-Johnson, che interpreta lo spaventoso Ray, si è definito molto fortunato ad aver ottenuto questo ruolo: “Tom mi ha presentato un personaggio che non avevo mai incontrato. È stata una sfida ben difficile. Io e Tom abbiamo parlato a lungo e ho capito che potevo affidarmi a lui. Senza la sua guida sarei stato perso.”
Un po’ tutti gli interpreti hanno avuto alcuni problemi iniziali nel relazionarsi con i propri personaggi. Gyllenhaal ha spiegato come ha risposto fisicamente e emotivamente quando ha letto per la prima volta lo script: “Sono convinto che si debbano difendere coloro che si amano. Ed ecco che arriva il tipo che non sa farlo.” Studiando il personaggio, ha trovato l’occasione interessante. “È stato frustrante, ma anche molto bello” ammette l’interprete.
Anche Amy Adams confessa come all’inizio non riuscisse a sintonizzarsi con il personaggio di Susan: “Ci siamo preparati molto ed è stato molto difficile perché all’inizio non mi piaceva Susan, ho dovuto cercare. Non amo interpretare qualcuno che non mi piace, ho dovuto capire la sua complessità. Devo ringraziare tom per essersi fidato e per avermi lasciato libertà. […] All’inizio pensavo che Susan non fosse autentica ma poi mi sono resa conto di quello che le accadeva dentro e ho trovato un motivo per cui fa ciò che fa, una vulnerabilità.”
Aaron Taylor-Johnson è stato invece impaurito dalla violenza del suo personaggio: “Alcune azioni del mio personaggio nel film sono molto dure. Anch’io sono un uomo di famiglia ed è stato interessante che Tom abbia pensato a me. All’inizio non avevo molta fiducia perché non sapevo dove attingere. È stato importante Tom, la sua visione precisa in tutto ciò che fa. Ho capito che potevo fare questo viaggio e creare questo personaggio. Non era certamente bello approfondire questo personaggio, ma è stato affascinante sperimentare. Sono fortunato ad aver fatto qualcosa che mi ha spaventato.”
Tom Ford ha invece sottolineato come speri di essere già il regista che vorrebbe essere e di come per lui sia importante che i film facciano riflettere: “Forse sono vecchio stile, ma credo ci debba essere un messaggio nel film. Deve farci pensare.”
E il regista non si è certo fatto mancare spunti in questo suo lavoro, che si concentra su come crescendo perdiamo spesso gli idealismi per far spazio alla realtà: “Quando si è giovani si è ottimisti, siamo spesso attratti da persone belle solo in superficie. Non ci si rende conto fino alla mezza età di aver sbagliato. […] Ci sono persone che non si rendono conto dell’assurdità di questa vita.”
Nocturnal Animals è in concorso a Venezia 73.