Niente fumo nei film. Il produttore de La Grande Bellezza fa la controproposta e svela una curiosità sul film

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Niente fumo nei film europei. Questa proposta, fatta da Silvia Novello, presidente di Women Against Lung Cancer in Europe (Walce), ad ottobre al Parlamento Europeo ha ovviamente fatto scalpore nel mondo del cinema. Alla dottoressa risponde Nicola Giuliano, produttore di spicco della Indigo Film che, ovviamente, non è per niente d’accordo sulla cosa: “E quindi, per quello che mi riguarda, io avrei dovuto comunicare a Paolo Sorrentino che Jep Gambardella, ne La Grande Bellezza, prima di attaccare il suo monologo di presentazione, invece che accendersi una sigaretta avrebbe dovuto scartare l’involucro di una caramella, o al massimo addentare un bastoncino di liquirizia. E, già che ci siamo, leviamogli anche il vizio della cocaina, e il bicchiere di whiskey che dondola sull’amaca, assieme a lui, all’ombra del Colosseo. E sì, i giovani non potrebbero resistere allo spirito di emulazione. Quindi aboliamo dai film furti, omicidi, gesti inconsulti, adulterio, chiavi che rigano le macchine e, perché no, sorpassi azzardati, divieti di sosta, eccessi di velocità, e l’odiosissimo parcheggio in doppia fila”. L’editoriale, apparso su aboutpharma, svela anche un retroscena curioso sul film che lo scorso anno trionfò agli Oscar: “Qualcuno può pensare che io stia esagerando, ma la storia vera è che proprio ne La Grande Bellezza era prevista una scena in cui un personaggio entrava in una fontana. La Sovrintendenza non ci ha permesso di girarla, a meno che non l’avessimo conclusa con due vigili urbani che redarguivano e multavano il malcapitato”. 

In effetti pensare a Volonté che nel vecchio West si mette a masticare bacon mentre ripensa, in uno stato quasi allucinato, allo stupro anziché fumare un sigaro fa un po’ sorridere. Un caso ancora più clamoroso sarebbe eliminare la fumeria d’oppio da C’era una volta in America, facendone cadere i fondamenti della narrazione e tutte le spiegazioni letterarie su uno dei più grandi capolavori artistici che il ‘900 abbia partorito.

Giuliano ammette che “Il fumo fa male” e nell’editoriale fa una proposta molto interessante che potrebbe essere vagliata dalle alte cariche dello Stato: “Io, comunque, sono pronto a prendere un impegno solenne: in ogni mio film apparirà un cartello nei titoli di testa: “Alcuni dei personaggi di questo film fumano. Spettatori! Il fumo uccide, non fate come loro”. Se metterci la scritta va bene per lo Stato, che le sigarette le vende pure, potrà andare bene anche per chi invece prova a solo a raccontare storie che assomiglino un po’ alla vita. Quella vera”.
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