Nel 1999 uscì un film che sarebbe rimasto nella mente di tutti gli amanti del cinema, “Il Sesto Senso”. La pellicola, con protagonisti Bruce Willis e il giovanissimo Haley Joel Osment, conquistò gli spettatori per la sua storia, la sua atmosfera e i colpi di scena, ma a ricevere lodi su lodi fu soprattutto il regista, che per il lavoro fatto si portò a casa una nomination all’Oscar per la miglior regia e che qualcuno definì addirittura il nuovo Steven Spielberg.
Quel ragazzo era M. Night Shyamalan. Nato in India, ma emigrato subito negli Stati Uniti, Shyamalan all’età di 29 anni si ritrovò catapultato nell’Olimpo dei registi e ovviamente le aspettative nei suoi confronti divennero altissime. Tuttavia, dopo il successo del film con Willis, la carriera dell’autore cominciò a essere instabile e i suoi lavori successivi non raggiunsero mai la grandezza del film che l’aveva reso famoso.
Occupandosi, come sempre, oltre che della regia, anche del soggetto e della sceneggiatura di ogni suo lavoro e ritagliandosi spesso, ispirandosi al suo dichiarato maestro Alfred Hitchcock, piccole (e a volte più consistenti) parti nelle sue pellicole, Shyamalan cominciò una ripida discesa rispetto all’opinione che la gente si era fatta di lui e, a parte un paio di casi accolti tiepidamente dal pubblico, i suoi film successivi furono stroncati dagli spettatori e dalla critica.
Eccezion fatta per il suo recente “After Earth”, film fantascientifico interpretato dalla coppia padre-figlio Will e Jaden Smith, e il tentativo di riproporre sul grande schermo la serie animata statunitense “Avatar – La leggenda di Aang”, girando “L’ultimo dominatore dell’aria”, entrambi cocenti delusioni, il genere che ha sempre attratto il regista, facendo inizialmente la sua fortuna, è stato il thriller. Andando da “Unbreakable – Il predestinato”, successivo a “Il Sesto Senso”, con cui ancora riuscì a soddisfare i gusti del pubblico, fino a “Lady in The Water” e “E venne il giorno”, flop clamorosi, Shyamalan si è sempre dimostrato legato a questo genere ed è proprio ad esso che sembra voler ritornare.
L’autore sarebbe infatti in procinto di iniziare a lavorare sul suo prossimo progetto, un thriller intitolato “Sundowning”, in cui, secondo TheWrap, sarebbe centrale “un fenomeno psicologico associato alla crescente confusione e irrequietezza in alcuni pazienti affetti da una forma di demenza. I sintomi includono anche agitazione e sbalzi d’umore.”
Il cast ha già due conferme: Kathryn Hahn (“I sogni segreti di Walter Mitty” nel 2013 e interprete dell’attesissimo “Tomorrowland” di Brad Bird) e il giovanissimo Ed Oxenbould (che apparirà assieme a Steve Carrell e Jennifer Garner in “Alexander and the Terrible, Horrible, No Good, Very Bad Day”, commedia targata Disney ispirata all’omonimo libro per bambini di Judith Viorst).
La storia è quella di una madre single (interpretata dalla Hahn) con due figli (uno dei quali è appunto Oxenbould), in visita dai nonni prima che le cose vadano a rotoli.
Le riprese dovrebbero iniziare presto in Pennsylvania (casa del regista) e della produzione si occuperanno Marc Bienstock, Ashwin Rajan e lo stesso Shyamalan, la cui voglia di riscattarsi e il ritorno al suo genere di punta potrebbero fungere da motivazione per sfornare un buon film.