Lo Hobbit: Peter Jackson e la trilogia troppo speciale

Peter Jackson chiude con il botto la trilogia de Lo Hobbit, la Battaglia delle Cinque Armate ha infatti riscosso grandissimo successo in Italia risultando per il primo periodo il film più visto nei cinema italiani.

Cosa chiedere di più quindi al regista neozelandese? Un film ricco di effetti speciali che spettacolarizzano  dure battaglie e scontri tra nani, orchi, elfi e umani (hobbit compreso), città in fiamme e montagne sgretolate  sottolineano la potenza degli escamotage utilizzati dal team Jackson per rendere l’ultima avventura di Sir  Baggins memorabile, intrisa di magie e incantesimi che quasi fuoriescono dal grande schermo a catturare lo  spettatore trascinandolo nella pericolosa e incantata Terra di Mezzo.

Tanti, tantissimi effetti speciali e battaglie dunque, ma non si è rischiato di sovrastare troppo la trama di  Tolkien? Voglio dire, in questo episodio finale soprattutto, non si è puntato troppo sulla spettacolarità  privilegiando maggiormente l’azione e la battaglia anziché ricamare sulla bellezza in sé dell’opera  tolkeniana? Le evoluzioni elfiche quasi telecomandate di Legolas, la gran parte delle scene chiaramente  girate in studio, la moltitudine di orchi creati in computer-grafica sembrano quasi far perdere l’incanto del capolavoro da cui è tratta la trilogia.

D’altronde fin dall’inizio del film si intuisce che non si andrà di certo per  il sottile e che non ci sarà alcuna pietà per nessuno sia esso un elfo o un  orco e   certamente non bisogna dimenticare che si è sempre di fronte a un  prodotto commerciale ed in   trilogie fantasy del genere attira sempre più  una testa tagliata che un cuore infranto, però forse   questa volta Peter Jackson è stato troppo estremo (tecnologicamente parlando). Per di più   considerando alcune sue recenti dichiarazioni a proposito dell’utilizzo della tecnologia nel cinema:

“Non mi piace molto il blockbuster hollywoodiano attuale, l’avvento della tecnologia sta facendo perdere la strada  all’industria del cinema, diventato ormai un tripudio di supereroi e di franchise.”

Per la cronaca, queste sue parole erano relative ad un intervista in cui ha espresso un’opinione in merito sul suo futuro da regista, ma in un certo senso vanno a cozzare un po’ sulla grande macchina che grazie a Bilbo Baggins e compagni lo ha portato sul tetto del mondo.

Articolo di Davide Orlando

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