Gli eredi di Tolkien fanno causa alla Warner Bros per 80 milioni di dollari americani. E’ questa la notizia di fondo del giorno!
La trilogia kolossal The Hobbit si appresta a debuttare nelle sale, e sta già facendo girare la testa a tutti, con il suo primo film della serie Un viaggio inaspettato, che uscirà in anteprima in Nuova Zelanda il 28 novembre; a qualcuno è andato storto qualcosa, nonché agli eredi dello scrittore J. R. R. Tolkien, autore dei celebri romanzi a cui si ispirano i film, hanno fatto causa per violazione di diritti d’autore alla casa cinematografica, e con essa anche alla New Line Cinema, divisione di Warner Bros., e a Saul Zaentz Co. che detiene i diritti del film.
E’ STATA OFFESA L’IMMAGINE DI TOLKIEN. Le accuse mosse dagli amministratori delle proprietà milionaria di Tolkien e dalla casa editrice Harper Collins, che pubblica i libri dell’autore, riguardano le scelte di marketing operate da Warner Bros, scelte giudicate offensive e lesive per l’immagine del famoso scrittore: il ”danno irreparabile” arrecato alla legacy dello scrittore deriverebbe da una serie di video-giochi d’azzardo in cui figurano in primo piano Gollum e altri personaggi del Signore degli Anelli. Insomma, la scelta di includere alcuni siti di slot machine e simili nel merchandising del film non è proprio andata a genio agli eredi Tolkien.
E, oltre alla pioggia di milioni, ai produttori viene chiesto anche il ritiro immediato dei prodotti.
LA DENUNCIA E LA DELUSIONE DEI FAN. Si legge nel testo della denuncia che il team del film, così facendo, non ha rispettato il copyright e gli accordi che vigono dal 1969 per la cessione dei diritti sui personaggi creati dallo scrittore. Questi accordi includevano il diritto di vendere prodotti ”tangibili” come ”figurine, oggetti da tavola e di cartoleria, abiti e via discorrendo”, ma non contemplavano diritti ”elettronici o digitali e diritti su media ancora tutti da inventare”.
I fan, dichiara il documento, sono ”confusi e costernati, non tollerano di vedere Il Signore degli Anelli associato al mondo moralmente discutibile (e decisamente non letterario) dei casinò online. Ci dicono che chi lo ha fatto dovrebbe vergognarsi di questo insulto a Tolkien”.
Fonte | Leggo