La star di Marvel e DC Djimon Hounsou afferma di essere “sicuramente sottopagato” da Hollywood

Djimon Hounsou e le difficoltà economiche a Hollywood: un problema di equità retributiva

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Una carriera di successo, ma con ostacoli finanziari

Nonostante una carriera di oltre due decenni e due nomination agli Oscar, Djimon Hounsou ha rivelato di affrontare ancora difficoltà economiche nell’industria cinematografica. Durante un’intervista per African Voices Changemakers di CNN, l’attore ha espresso apertamente il suo disagio, denunciando le persistenti disuguaglianze salariali a Hollywood.

“Faccio ancora fatica a guadagnarmi da vivere,” ha dichiarato Hounsou. “Dopo tanti anni, film di successo e riconoscimenti, continuo a essere sottopagato.” Questa affermazione risuona particolarmente considerando il suo straordinario percorso, che include ruoli memorabili in Amistad, Il gladiatore e Blood Diamond.

Sfide nelle negoziazioni salariali

Hounsou ha raccontato di trovarsi spesso a negoziare al ribasso per i suoi compensi, nonostante la sua esperienza e i successi raggiunti. “Devo ancora dimostrare perché merito di essere pagato,” ha spiegato, sottolineando come gli vengano offerte cifre ridotte accompagnate da elogi superficiali.

Queste difficoltà emergono anche nei suoi recenti ruoli nei franchise Marvel e DC, dove ha interpretato personaggi come Korath in Guardiani della Galassia e il mago Shazam. Nonostante la partecipazione a produzioni di grande successo, le offerte economiche ricevute non riflettono il suo contributo e la sua notorietà.

Un problema sistemico nel settore

Le esperienze di Hounsou si inseriscono in un quadro più ampio di disuguaglianze retributive a Hollywood, che colpiscono anche artisti di grande fama. L’attore ha evidenziato come il razzismo sistemico influisca sulle opportunità e sui compensi degli artisti afrodiscendenti.

Hounsou ha fatto riferimento alla collega Viola Davis, vincitrice di Oscar, Emmy e Tony, che ha affrontato difficoltà simili nonostante i suoi riconoscimenti. Le loro esperienze dimostrano che il problema dell’equità salariale non risparmia nemmeno i talenti più acclamati.

Un attivismo oltre il cinema

Oltre alla sua carriera, Hounsou è impegnato nel sociale attraverso la Djimon Hounsou Foundation, nata per affrontare la disconnessione culturale tra l’Africa e la sua diaspora. L’attore ha raccontato come il lavoro su Amistad lo abbia reso consapevole di questa frattura e lo abbia ispirato a promuovere un legame più profondo tra gli afrodiscendenti e le loro radici culturali.

“Quando non sai da dove vieni, non sai chi sei,” ha riflettuto. Il suo impegno va oltre la recitazione, dimostrando una volontà di usare la sua voce e la sua visibilità per affrontare questioni sociali e culturali fondamentali.

Prospettive future

Djimon Hounsou continua a essere un volto riconoscibile in produzioni di alto profilo, come A Quiet Place Part II e Rebel Moon di Zack Snyder. Tuttavia, le sue dichiarazioni illuminano un problema profondo che l’industria cinematografica deve affrontare: la necessità di riconoscere e valorizzare equamente il contributo di tutti gli artisti, indipendentemente dalla loro etnia o dalle dinamiche di potere che dominano Hollywood.

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