Il contenzioso tra Alcon Entertainment e i colossi Tesla e Warner Bros non è finito. Un giudice federale della Corte Distrettuale della California Centrale, George Wu, ha deciso che la causa potrà proseguire, anche se in forma ridotta. Al centro dello scontro, l’uso non autorizzato di immagini tratte dal film “Blade Runner 2049” durante un evento promozionale organizzato dalla casa automobilistica guidata da Elon Musk.
Il giudice restringe il campo del contenzioso, ma resta aperta l’accusa di violazione del copyright
Il caso nasce dall’evento “We Robot”, tenutosi presso lo studio Warner di Burbank, in cui Tesla ha utilizzato una diapositiva di 11 secondi con richiami espliciti al mondo del film, accompagnata da una voce fuori campo di Musk. Alcon, detentrice dei diritti del film, sostiene che la richiesta di usare le immagini fosse stata chiaramente respinta, e ha denunciato una violazione dei diritti d’autore, oltre a lamentare un accostamento sgradito tra la propria proprietà intellettuale e il controverso comportamento pubblico di Musk.
Il giudice respinge alcune rivendicazioni
Il giudice Wu ha tuttavia respinto alcune delle accuse mosse dalla società di produzione, affermando che non è stata dimostrata una somiglianza sostanziale tra il materiale coperto da copyright e il contenuto mostrato da Tesla. Tuttavia, non ha chiuso la porta sulla questione centrale: l’uso di immagini generate con l’intelligenza artificiale basate sul film. Il sospetto è che, nonostante il rifiuto di Alcon, Tesla abbia aggirato il problema utilizzando strumenti AI per replicare lo stile visivo del film.
La questione della “copia letterale”
Wu ha sottolineato che la tempistica della richiesta di autorizzazione, arrivata lo stesso giorno dell’evento, non ha dato modo ad Alcon di reagire in modo adeguato. Ha anche evidenziato che, viste le somiglianze visive, non si può escludere che Tesla abbia effettivamente ricreato elementi del film tramite software di generazione di immagini, mantenendo l’essenza del materiale originale pur non riproducendolo in modo diretto.
Una questione ancora aperta
Resta in piedi l’accusa chiave: l’uso improprio di contenuti coperti da copyright per addestrare sistemi di intelligenza artificiale. La vicenda verrà ora sottoposta a mediazione, come richiesto dal giudice, per cercare una soluzione extragiudiziale prima di un eventuale processo completo.
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