Jonathan Nolan svela il finale originario di Interstellar

Con il suo ultimo film, Christopher Nolan ha avuto l’ardore di rappresentare l’interno di un buco nero. Negli ultimi minuti di Interstellar (per chi non l’avesse visto, faccio presente che l’articolo contiene rivelazioni sul finale del film), Cooper (Matthew McConaughey) si ritrova in questo spazio quadridimensionale denominato tesseratto attraverso il quale riesce a comunicare alla figlia adulta (Jessica Chastain) i dati per salvare il mondo.

Durante un Q&A in compagnia di Kip Thorne (fisico che ha fatto da consulente a Nolan durante la realizzazione del film), lo sceneggiatore Jonathan Nolan ha svelato però che il finale inizialmente previsto per il film era ben diverso. Dopo aver tentato di schivare la domanda sulla conclusione del lungometraggio rispondendo: “Avete sbagliato fratello”, Jonathan, che aveva scritto la prima stesura quando Steven Spielberg era ancora previsto come regista, ha spiegato come lui e suo fratello abbiano cambiato molto della sceneggiatura dopo che Christopher è subentrato al posto di Spielberg:

Jonathan Nolan

“Il ponte di Einstein-Rosen [comunemente detto wormhole] collassava nel momento in cui Cooper provava a inviare i dati.”

Una soluzione apparentemente molto più sbrigativa, che lascia però spazio a molte domande: Cooper sarebbe certamente morto, ma i dati avrebbero raggiunto la Terra? Il sacrificio del protagonista sarebbe stato vano? Nessuno sarebbe mai partito alla ricerca di Amelia (Anne Hathaway)? Sono quesiti che non possono trovare risposta, poiché le varie ipotesi sono svanite nel momento in cui gli autori hanno optato per il finale che abbiamo visto sul grande schermo.

Questa importante modifica non è stata tuttavia l’unica apportata in corso d’opera; Thorne ha spiegato come le anomalie gravitazionali che guidano Cooper e la giovane figlia fino alla NASA dovessero essere onde gravitazionali emanate dalla distruzione di una stella di neutroni attraverso un buco nero e captate dal LIGO, acronimo per Laser Interferometer Gravity-Wave Observatory (osservatorio interferometro laser delle onde gravitazionali, che lo stesso Thorne ha contribuito a sviluppare), ma Nolan ha ritenuto che la faccenda sarebbe risultata troppo complessa, come ha rivelato il fisico:

“Era un elemento molto vicino e caro a me, ma Chris pensava che fosse troppo scientifico da digerire tutto insieme per il pubblico.”

Il regista ha dunque cercato di rendere il più appetibile possibile un lungometraggio ricco di riferimenti scientifici, come è naturale che sia per un blockbuster. Tornare indietro non si può e il risultato finale è quello che tutti conosciamo. Una strada diversa avrebbe reso migliore o peggiore Interstellar? Non lo sapremo mai, ma almeno ora conosciamo l’idea originaria che avrebbe dovuto far calare il sipario sul film.

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