È in scena al Sitges, Festival Internazionale del Cinema Fantastico della Catalogna, Istintobrass, docu-film del 2013 di Massimiliano Zanin sulla controversa figura del maestro del cinema erotico Tinto Brass.
Istintobrass, prodotto da Think’ o Film e in concorso nella sezione Brigadoon, si presenta come un documentario in cui la vita e la carriera del grande regista vengono raccontate direttamente dalle voci dei personaggi dello spettacolo che lo hanno conosciuto personalmente e professionalmente; da Franco Nero, Serena Grandi e Marco Muller ai premi Oscar Ken Adam ed Hellen Mirren, si succedono gli aneddoti e le impressioni su colui che, nonostante gli azzardi e le critiche, resta uno dei più grandi registi del panorama italiano.
Tinto Brass, all’anagrafe Giovanni Brass, nasce a Milano nel 1933 da una famiglia di lontane origini austriache. Dopo la laurea in Giurisprudenza, cede all’irresistibile richiamo del cinema andando a trascorrere un biennio come archivista alla Cinémathèque di Parigi, associazione francese per la conservazione e diffusione del patrimonio cinematografico. Qui si avvicina alla Nouvelle Vague, corrente cinematografica nata per contrapporsi all’imperante crisi politica degli anni cinquanta che si rispecchiava in un cinema sempre più moralizzante e distaccato dalla realtà: i giovani persecutori di questo filone, al contrario, proponevano – spesso con mezzi di fortuna – un cinema più reale, istintivo, in sintonia con l’inquietudine e la disinvoltura della generazione nascente.
Influenzato da questo tipo di forma mentis, Brass esordisce alla regia nel 1963 con il lungometraggio In capo al mondo, finestra sul disagio giovanile che narra le difficoltà di un giovane che non riesce ad integrarsi nella società ed esprime tutta la sua insofferenza verso il potere e le istituzioni. Il tema non venne apprezzato dai critici dell’epoca che gli imposero di girare da capo la pellicola abbassando i toni e, per tutta risposta, il regista decise di cambiare solo il titolo (Chi lavora è perduto) rendendo ancora più esplicito il messaggio politico e dimostrando, fin dai suoi albori, il proprio amore per la provocazione.
Per la reale svolta erotica del regista dobbiamo aspettare il 1983, anno di realizzazione de La Chiave (con protagonista Stefania Sandrelli), film che vede un Tinto Brass sempre più propenso a parlare di erotismo senza censure. La pellicola, di buon successo, diede il via a quel flusso di critiche di matrice femminista- tradizionalista che accompagna da sempre la carriera del maestro e che contribuì a rendere famose le protagoniste dei suoi lavori successivi: citiamo Paprika (con Debora Caprioglio), Così fan tutte (con Claudia Koll) e, fra i più recenti, Monella e Senso ’45 (con Anna Galiena).
Istintobrass è stato presentato in selezione ufficiale alla 70esima Mostra del Cinema di Venezia, proiettato al Rotterdam International Film Festival e nominato fra i cinque finalisti ai Nastri d’Argento 2014 come miglior documentario sul cinema, a rivincita di quanto però – purtroppo – spesso ancora accade in Italia ( ed è stato denunciato al Sitges da I Tarantiniani): la nostra Nazione non sempre riesce a dare il meritato risalto alle proprie eccellenze.
Seguendo le parole di Massimiliano Zanin, Tinto Brass è
Un anarchico della pellicola, uno sperimentatore geniale, un inventore di sogni. Un vero grande artista il cui messaggio di libertà si imprime come un marchio a fuoco in ogni suo film. Questo film vuole raccontare un uomo controcorrente, che “ama l’amore” in un mondo che adora la violenza, il suo subire ogni censura portando sempre e comunque avanti un cinema che è primato della forma sul contenuto, del significante sul significato. […] che vede nella gioia di vivere, nell’affermazione dell’eros sul thanatos l’unica strada di libertà per l’individuo.
Il documentario vuole proprio mettere in luce il senso dell’erotismo per Brass: una vera e propria celebrazione della vita, capace di sublimare la carnalità del sesso e renderlo qualcosa che si avvicina alla poesia. Già, perché come dice Gigi Proietti nell’ultima sequenza del trailer: “non tutta la poesia è fatta con le rime”.
Speriamo che il messaggio arrivi forte e chiaro anche a certi addetti ai lavori del nostro Paese, ai quali varrebbe la pena ricordare le parole di John Lennon:
“Viviamo in un mondo in cui ci nascondiamo per fare l’amore, mentre la violenza e l’odio si diffondono alla luce del sole”.
In attesa di vedere come Istintobrass se la la caverà al Sitges, vi proponiamo il trailer originale (riservato ad un pubblico adulto).
ATTENZIONE: Il trailer a seguire è consigliato alla sola visione di un pubblico adulto.
Articolo di Virginia Campione