Il gioco di Gerald – Stephen King torna al cinema

Tra gli autori letterari con il maggior numero di opere trasposte al cinema e in televisione, Stephen King è sicuramente tra gli scrittori più rappresentativi del XX secolo. I suoi lavori hanno segnato una generazione e sono stati adattati da alcuni grandi registi, entrando a far parte della storia cinematografica; basti pensare a “Carrie – Lo sguardo di Satana” di Brian De Palma, “Shining” di Stanley Kubrick, “Le ali della libertà” e “Il miglio verde” di Frank Darabont.

Dopo il remake dello scorso anno di “Carrie” per opera di Kimberly Peirce, è giunta da poco la notizia che uno dei romanzi di King, finora mai oggetto di adattamento, è in procinto di essere trasposto sul grande schermo; si tratta de “Il gioco di Gerald”, il thriller, dalle tinte horror, con protagonista una donna che rimane intrappolata, ammanettata a un letto in una zona remota, dopo che suo marito muore nel bel mezzo di un gioco erotico, bondage per l’esattezza.

Deadline ha riportato che il regista di “Oculus: Il riflesso del male”, Mike Flanagan, è stato scelto portare la storia al cinema; Flanagan si occuperà anche della sceneggiatura, lavorando assieme al socio Jeff Howard, e sembra che abbia posticipato al 2015 “Diver”, suo progetto in cantiere, per potersi concentrare sull’adattamento del romanzo di King.

Trevor Macy, consueto socio di Flanagan nelle vesti di produttore, produrrà la pellicola assieme alla Intrepid Pictures; il regista, interrogato sull’adattamento, ha dichiarato :

Nella tradizione di ‘Misery’ e ‘Dolores Claiborne’ (entrambi trasposti al cinema con i titoli ‘Misery non deve morire’ e ‘L’ultima eclissi’ n.d.a.), ‘Il gioco di Gerald’ è uno dei romanzi più intensi e avvincenti che abbia mai letto e questo è stato un mio sogno nel cassetto per molti anni. Io e Trevor siamo molto eccitati di aiutare a tradurre quell’esperienza, rendendola fruibile al grande pubblico.

Mike Flanagan

La narrazione all’interno del romanzo è peculiare, in quanto si svolge in gran parte all’interno della mente della protagonista, proprio perché questa si ritrova isolata dal resto del mondo. Trasporre un’opera del genere al cinema non sarà dunque un’impresa facile; riuscire a coinvolgere lo spettatore per un’ora e mezza con un film ambientato quasi esclusivamente in una sola location, con una donna legata a un letto, sarà una bella gatta da pelare per Flanagan, che dovrà ricorrere al suo intero armamentario, cercando di fare un passo avanti rispetto a “Oculus” (di cui potete trovare qui la recensione).

Sfide di questo tipo sono però state vinte in passato e possiamo citare come esempi “La parola ai giurati” del 1957 di Sidney Lumet, interamente svolto in una stanza in cui i giurati di un processo si riuniscono per giungere a una sentenza, o la buona prova di Rodrigo Cortés, capace nel 2010 di coinvolgere il pubblico con il suo “Buried – Sepolto”, storia di un uomo sepolto vivo in una cassa.

L’impresa in sé non è perciò impossibile; vedremo se Flanagan riuscirà a spuntarla, regalando, a fan e non, una degna trasposizione del libro di King. Nel frattempo il regista ha concluso il suo nuovo horror “Somnia”, ancora senza data, ma che dovrebbe arrivare nelle sale entro quest’anno.

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