Hollywood contro l’annessione della Crimea alla Russia

In questi giorni il The Hollywood Reporter ha portato alla luce una sorta di limbo giuridico in termini di rilascio “cinematografico”. Nell’articolo pubblicato il 27 marzo, viene esposta una possibile proposta di legge da parte della Russia per dimezzare il numero di film stranieri proiettati nelle sale. Le distribuzioni americane ne risentirebbero in termini di guadagno, dato che attualmente in Russia rappresentano il 70% del botteghino annuo, pari a circa $1,3 miliardi di incassi. La notizia è stata riportata martedì dal quotidiano Izvestia, questo disegno di legge porta a garantire una percentuale di film russi nelle sale cinematografiche pari al 50%. Il deputato Robert Shlegel ha dichiarato che non si parla di divieto assoluto di distribuzioni straniere e non vi è connessione con le sanzioni a cui è soggetta la Russia dopo l’annessione della Crimea.

Il direttore del più antico cinema della Crimea, il Shevchenko, espone una versione completamente diversa, infatti Vladimir Miroshnichenko, sostiene che sarebbero le stesse case di produzione americane a rifiutarsi di concedere ai distributori russi i diritti per la visualizzazione dei loro film in Crimea. In una intervista ha spiegato, “La “Tsentral пapтнepшип” detiene le distribuzioni di Paramount Pictures, e i suoi manager americani non riconoscono il bisogno di concederli alla Crimea” ha dichiarato, “se la Paramount non concede i film in quanto territorio della Russia, dobbiamo prenderli dalla compagnia B&H che appartiene a Bogdan Batrukh, uno degli iniziatori della cosiddetta “ucrainizzazione” della distribuzione cinematografica, non valida in Russia“. Miroshnichenko sostiene anche che la stessa posizione verso i distributori russi è stata presa da Sony, Universal e 20th Century Fox. Il primo film ad essere colpito da questa tempesta è Noah di Darren Aronofski, in uscita questo giovedì sia in Ucraina che in Russia. Prodotto proprio dalla Paramount che non ha rilasciato commenti riguardo alla distribuzione del film Crimea.

Un secondo articolo pubblicato ieri sempre da The Hollywood Reporter, espone le richieste da parte di alcuni proprietari di cinema in Crimea agli studios hollywoodiani di provvedere a distribuire film doppiati in russo. Sono passati pochi giorni dal passaggio russo della Crimea, non riconosciuta come nuova entità dal governo americano (la Crimea entra a far parte dell’ Ucraina nel 54′, e l’Ucraina si è resa indipendente nel 1991 dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica), che come già detto ha imposto per questo alla Russia delle sanzioni. Questa settimana a Las Vegas si riuniscono proprietari e dirigenti cinematografici per il CinemaCon, che considerano tale richiesta contraria alla nuova legge Ucraina, che prevede il doppiaggio in lingua ucraina con concessione di sottotitoli in russo, inoltre in termini di mercato, la Crimea prevede un guadagno molto ristretto con appena 33 sale di proiezione. Da capire anche se l’Ucraina può fornire film alla penisola dopo il suo passaggio alla Russia. Vadim Smirnov direttore generale della 20th Century Fox CIS, ha spiegato nell’articolo precedente che dal punto di vista legale, per il nuovo status della Crimea, è impossibile permettere distribuzioni redatte sotto contratti ucraini, “in questo momento non posso legalmente stipulare un contratto tra una società come la Fox su sede russa, e una azienda ucraina in Crimea…per ottenere una piccola speranza di progresso le sale cinematografiche in Crimea dovrebbero essere registrate come società russe“.

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