La causa per diffamazione da 170 milioni di dollari intentata da Fiona Harvey contro Netflix e la serie Baby Reindeer è ufficialmente in corso, secondo quanto riportato dai media americani. Harvey, la donna di origini scozzesi che ha ispirato il personaggio di Martha, si sente danneggiata dalla rappresentazione negativa di sé come stalker nella miniserie che ha riscosso un enorme successo globale, vincendo anche un Emmy alla 76ª edizione dei premi televisivi.
Le accuse di Fiona Harvey contro Netflix
Fiona Harvey afferma che la serie Baby Reindeer, scritta e interpretata da Richard Gadd, ha diffamato il suo nome, insinuando falsamente che lei abbia perseguitato e aggredito sessualmente Gadd. Anche se il personaggio di Martha non la nomina esplicitamente, il pubblico ha rapidamente identificato Harvey tramite i suoi post sui social media. Questo ha portato la donna a ricevere minacce di morte, a soffrire di un forte disagio emotivo e a temere di uscire di casa.
Harvey sostiene di non aver mai commesso i crimini descritti nella serie e di non aver mai aggredito Gadd, arrivando persino a suggerire che fosse lui l’autore delle email minacciose che le sono state attribuite. In un’intervista con il giornalista Piers Morgan, Harvey ha dichiarato di essere vittima della vicenda, affermando di non aver avuto contatti con Gadd da oltre 12 anni e di non assomigliare affatto all’attrice che la interpreta nella serie, Jessica Gunning.
La difesa di Netflix e il contesto legale
Secondo Netflix, Baby Reindeer non è un documentario, ma una drammatizzazione basata sulle esperienze personali di Gadd, il che, secondo la piattaforma, dovrebbe escludere ogni accusa di diffamazione. Tuttavia, un giudice distrettuale della California ha stabilito che, poiché la serie è basata su fatti reali, Harvey ha il diritto di proseguire con la causa. La donna sostiene che la sua immagine sia stata gravemente danneggiata, nonostante non venga mai menzionata direttamente.
Il contesto di Baby Reindeer
La miniserie, che ha ottenuto grande popolarità a livello mondiale, racconta la vicenda di Richard Gadd, un attore britannico che nel 2015 ha conosciuto una donna mentre lavorava come barista a Londra. Questa donna, successivamente identificata come la “Martha” del racconto, avrebbe perseguitato Gadd per oltre tre anni, inviandogli migliaia di email e minacciando la sua famiglia. Il successo della serie ha acceso i riflettori su questa storia, portando il pubblico a formarsi delle opinioni anche nei confronti della vera Harvey, con conseguenze drammatiche per la sua vita personale.
Il futuro della causa
Sarà interessante vedere come si evolverà il caso. La vicenda non solo solleva importanti questioni legali sulla libertà artistica e i confini della rappresentazione, ma tocca anche temi complessi come la responsabilità dei media e il diritto all’immagine delle persone coinvolte in storie ispirate a fatti reali. Netflix, con la sua forte base di spettatori, dovrà difendersi dalle pesanti accuse, mentre Harvey continuerà a combattere per ripristinare il suo nome.
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