Nato a Parigi il 18 agosto del 1933 da una coppia di immigrati polacchi, il regista Roman Polanski è considerato uno degli autori più rappresentativi del panorama cinematografico degli ultimi tempi, e più in generale del periodo che va dagli anni ’60 agli anni ’90 del secolo appena trascorso. Vincitore di diversi Orsi, Globi e Statuette d’Oro, la carriera di Polanski è costellata quasi esclusivamente da capolavori della settima arte narranti le storie più disparate, passando abilmente da un genere all’altro con estrema fluidità. Tra i film che hanno fatto più incetta di premi, troviamo sicuramente “Repulsione” (1965) con la bella e brava attrice francese Catherine Deneuve, qui nei panni di Carole Ledoux, una giovane estetista belga affetta da androfobia, cioè paura degli uomini e di tutto quello che concerne il loro universo, che sia sociale, sessuale o comportamentale, “Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York” (1968) con Mia Farrow, qui nelle vesti di Rosemary Woodhouse, una ragazza sposata da poco, che si trasferisce con il marito in un nuovo ed inquietante appartamento, dando in seguito alla luce il figlio del Male e “Macbeth” (1971), tratto dall’omonima opera shakespeariana.
A seguire, ci sono ancora “Il pianista” (2002) con l’attore Adrien Brody, qui chiamato ad interpretare il virtuoso musicista polacco Wladyslaw Szpilman, sorpreso dall’esplosione della seconda guerra mondiale, durante una sua esecuzione artistica e infine “L’uomo nell’ombra” (2010) con Ewan McGregor, il Ghost Writer, e Pierce Brosnan alias Adam Lang. Quest’ultimo, ex Primo Ministro britannico, ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a scrivere la sua autobiografia, e quando lo trova, l’unica preoccupazione del prescelto è quella di rimanere in vita ad ogni costo. Ora, mettendo da parte la vita privata di Roman Polanski, soprattutto funestata dalla terribile morte della moglie Sharon Tate a causa del folle assassino Charles Manson, e dalla pesante accusa di violenza carnale ai danni di un’adolescente, resta il suo talento come regista, la sua capacità di coinvolgere e lasciare senza parole il suo pubblico, compresa quella di ispirare colleghi come i fratelli Coen e Abel Ferrara. Qui sotto, in occasione del compleanno di Roman Polanski, potete vedere le 5 scene cult tratte dalle pellicole menzionate in questo articolo: