Gantz: O – Recensione del film tratto dal manga di Hiroya Oku

Ha ispirato un anime e addirittura una serie di live-action; ora il manga Gantz di Hiroya Oku si presenta a Venezia 73 in una nuova veste CGI nel film Gantz: O.

L’opera originale vede un Giappone attaccato da misteriosi alieni; a combattere queste creature ci sono i gantzer, persone che una volta morte si ritrovano in una stanza spoglia con una misteriosa sfera nera. Equipaggiati di tute e armi speciali, i combattenti devono uccidere a ogni turno l’alieno obiettivo entro il tempo limite. Se riusciranno a sopravvivere alla “partita” e in base ai punti accumulati, potranno reclamare un premio tra cui la possibilità di tornare in vita.

Il film non nasconde la propria natura nemmeno per un istante, partendo con una sequenza action forsennata e sanguinosa. Pur a volte avvicinandosi troppo ai tempi e ai modi dei videogiochi più movimentati, Gantz: O riesce in linea di massima a rispettare un buon livello di intrattenimento, con lunghe battaglie che non mancano di riportare alla mente gli anime costellati di mecha e kaiju con cui molti sono cresciuti, e che al cinema hanno ritrovato popolarità grazie soprattutto al Pacific Rim di Guillermo del Toro, con cui il titolo giapponese ha non pochi punti in comune. Nonostante poi l’accennata strizzata d’occhio ai videogiochi, è interessante notare come il regista Yasushi Kawamura adoperi alcune tecniche molto cinematografiche, come soggettive e uso di camera a mano, in un film interamente animato in CGI.

QUI LA CONFERENZA STAMPA DI GANTZ: O CON REGISTA E PRODUTTORI

E la computer grafica è senz’altro di prima qualità, convincendo nelle mastodontiche scenografie di città devastate come nella resa espressiva dei personaggi, tutto intentato al massimo del realismo. Quello che ci si para davanti è un mondo reso organico proprio dalla coerenza estetica data dal 3D onnipresente. Fiore all’occhiello, i mostri che popolano il film, di ogni forma e consistenza, chiamando in causa parecchia mitologia nipponica.

E Gantz: O è sicuramente un film giapponese DOC, che prende pregi e difetti dal modo di fare cinema nella terra asiatica. Fra i contro maggiori, sicuramente una certa verbosità che non è raro riscontrare in produzioni equivalenti, in cui si avverte una certa retorica ridondante fin troppo esplicitata dai personaggi e solitamente poco digerita fuori dal Paese del Sol Levante. Ciononostante, il film prende dal manga quegli aspetti che fanno della cinematografia giapponese una delle più interessanti, in cui emergono sicuramente le riflessioni sulla morte e i valori familiari e di amicizia nella società odierna.

Dal finale aperto, che segue dunque la logica seriale del materiale da cui è tratto, Gantz: O si dimostra comunque un prodotto ben confezionato per il target a cui si rivolge. Incessantemente farcito di azione (forse in alcuni casi asfissiante) e impavido nel mostrare una guerra fra specie in modo brutale, non risparmiando su sangue e nudità, il film affascinerà certamente gli appassionati del genere made in Japan, facendo della propria cultura di origine, nel bene e nel male, un tratto saliente.

Gantz: O è stato presentato fuori concorso a Venezia 73. Il cast è composto da Daisuke Ono, M·A·O, Tomohiro Kaku, Saori Hayami, Shūichi Ikeda, Masane Tsukayama e Yūki Kaji.

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