Fabrizio Moro dice no a Sanremo 2025: “Non competo con ragazzini”

Fabrizio Moro Dice No a Sanremo 2025: "Il Festival non è più quello di una volta".

Immagine Fabrizio Moro dice no a Sanremo 2025: “Non competo con ragazzini”

Il cantautore romano Fabrizio Moro, vincitore a Sanremo nella categoria Nuove Proposte nel 2007 e tra i Big nel 2018 insieme a Ermal Meta, ha deciso di non partecipare all’edizione 2025 del Festival di Sanremo. In un’intervista a La Stampa, Moro ha dichiarato che non invierà nessun brano per la selezione della kermesse diretta da Carlo Conti.

Fabrizio Moro rinuncia a Sanremo 2025

Nelle sue parole traspare una chiara insoddisfazione verso il panorama musicale attuale e il modo in cui il Festival si è trasformato negli ultimi anni. “Ogni anno si fa il mio nome, ma non mi presento mai”, ha spiegato l’artista, sottolineando la pressione che una competizione del genere comporta e la sua volontà di evitare di sottoporsi a tale stress.

Il declino del cantautorato e le nuove tendenze

Moro ha espresso una critica forte verso il declino del cantautorato della sua generazione, che secondo lui è stato “soppresso” dalle nuove dinamiche del mercato musicale. Ha evidenziato come i rapper e gli artisti più giovani, dominatori delle classifiche di streaming, abbiano preso il sopravvento.

“Siamo chiamati a fare concerti per la pace, ma poi chiamate i rapper per dominare le classifiche”, ha affermato il cantautore, mostrando la sua frustrazione nei confronti di un sistema che, a suo parere, non valorizza adeguatamente artisti come lui, con decenni di carriera alle spalle. “Non voglio fare la fila con ragazzi che hanno pubblicato solo un singolo”, ha aggiunto, facendo riferimento alla sua lunga storia sanremese e al rispetto che prova per il Festival, pur non volendo più farne parte.

La critica alle piattaforme di streaming

Uno dei punti centrali del pensiero di Fabrizio Moro è la critica alle piattaforme di streaming, che secondo lui hanno cambiato radicalmente il modo di fare e diffondere musica. “Il vero danno l’hanno fatto le piattaforme di streaming”, ha detto, sottolineando come oggi non ci sia più un filtro tra l’artista e il pubblico, eliminando di fatto il ruolo cruciale dei direttori artistici che un tempo decidevano cosa fosse valido o meno.

Moro ha poi puntato il dito contro la mancanza di “gavetta”, un concetto ormai svuotato di significato nell’epoca dei social e dello streaming, dove l’importanza dei numeri spesso prevale sulla qualità artistica. “Ogni anno c’è il disco più streammato della storia della musica, ma è solo una bufala”, ha affermato, criticando il sistema di misurazione del successo basato sugli stream e non sulle vendite effettive.

Il rispetto per Sanremo, ma senza nostalgia

Nonostante le critiche, Moro ha ribadito il suo profondo rispetto per Sanremo, che ha definito “una luce che ha illuminato il mio percorso”. Tuttavia, ha spiegato che il Festival, nelle sue attuali dinamiche, non è più adatto a lui. “Sanremo è stato importante per me, ma oggi non mi sento di partecipare”, ha concluso.

Fonte: La Stampa
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