Esclusiva: visita sul set di Grace di Monaco: Palazzo Reale a Genova

Grace di Monaco è un film che sta suscitando continue polemiche e contestazione da parte della famiglia Grimaldi. Nell’ultima, addirittura, la Famiglia Reale disconosce ufficialmente il film, prendendone definitivamente le distanze. Ma non è di questo ora che vogliamo parlare, ma della lavorazione del film che sarà il film di apertura, domani 14 Maggio, al Festival di Cannes.

La storia produttiva del film parte dalla ricerca dei luoghi ove girare. Oliver Dahan, evidentemente, non voleva ricostruzioni in studio. Cercava l’ambiente vero, originale, fatto di stucchi e affreschi che fossero veri. Li ha trovati a Genova, al Museo di Palazzo Reale, la dimora storica della nobiltà di Balbi, Durazzo e Savoia, in un edificio che ora è un patrimonio UNESCO e un gioiello nel cuore della capoluogo ligure. Per ricostruire un po’ di quella storia, siamo andati lì e abbiamo incontrato il Direttore del Museo, il dottor Luca Leoncini, che ci ha accolto col piacere di chi condivide un po’ della propria passione.

Da lui apprendiamo che non era stato immaginato, inizialmente, quale fosse la portata della produzione di cui si stava parlando: «Eravamo già stati set per piccole produzioni o spot pubblicitari, ma non immaginavamo una cosa del genere. Genova Liguria Film Commission ci ha accompagnati lungo questo processo di scelta, dal suggerimento alla scelta della nostra location», ci racconta il dottor Leoncini, con cui ci ritroviamo più che altro a chiacchierare piacevolmente, mentre ci accompagna all’interno del Museo e delle sale che sono state oggetto delle riprese. «Erano tanti, tantissimi. E non potevamo tenerli controllati tutti, ma sono stati incredibili: gli arredi e i soprammobili sono stati sostituiti e spostati, per utilizzare le loro scenografie, ma nei confronti dei muri, di affreschi e di tutto il resto (che, per inciso, trattasi di soffitti a volta splendidamente decorati, o lampadari di splendidi cristalli, come potrete vedere dalle foto, ndr) c’è stato il massimo rispetto». Quasi come se si affidasse un pezzo di casa propria a degli estranei, ma per riaverlo indietro assolutamente impeccabile. D’altronde, con la produzione del film Grace di Monaco, il Museo di Palazzo Reale ha avuto l’occasione di effettuare interventi di valorizzazione e restauro che hanno avuto esiti davvero ottimi.

E il rapporto con il cast? Dallo staff tecnico ai grandi nomi? «Ineccepibile. anche per le loro piccole cose, come i pasti, c’era la massima attenzione a rispettare gli spazi del museo. Avevano una loro area dedicata e a quella si attenevano (il che fa pensare quanto siano stati più rispettosi di molti turisti, ndr). Ma ricordo con un po’ di stupore che Nicole Kidman era tranquillamente in coda per il catering, assieme agli altri. Uno si aspetta che torni in albergo (a poche decine di metri dalla sede delle riprese, ndr) e si faccia portare il pranzo lì… E invece no, è in coda col vassoio in mano, come se niente fosse». Insomma, uno si aspetta “la diva”, e invece non così tanto? «In effetti no. Vero, ci sono stati degli assembramenti quando, scoperti gli orari in cui si spostava, i curiosi volevano raggiungerla all’hotel o qui al Museo. Ma il primo piano, sede delle riprese, era chiuso al pubblico. In compenso, qualcuno di noi si è fatto tranquillamente fotografare con lei, che si è assolutamente dimostrata più che disponibile». I genovesi ricordano bene come si dovesse chiudere la strada al pubblico, in quei momenti, per permettere a lei e Tim Roth di raggiungere Palazzo Reale.

Una sede che non ha nulla da invidiare ad altre location, anche più note. Una location che è splendida da visitare per chiunque ami l’arte, l’architettura, e anche il cinema, con un orario da lunedì a martedì dalle 9 alle 19, e la domenica dalle 13.30 alle 19 (e per tutte le informazioni dettagliate, potete dare una sbirciata alla pagina relativa). E ora, sapreste riconoscere, dalle nostre foto, le location che appaiono nel film? Noi ne abbiamo identificate più d’una, anche se ci siamo concessi il gusto di una visita anche per amor dell’arte.

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