È confermato: Luke Evans sarà Il Corvo

“Il Corvo” (1994) è un film difficile sotto diversi aspetti.

Difficile perché tratto da una graphic novel che è un piccolo capolavoro dark e romantico allo stesso tempo, difficile perché indistricabilmente legato alla tragica scomparsa di un attore diventato un’icona, Brandon Lee, morto sul set in circostanze mai del tutto chiarite, difficile perché si porta dietro la fama di film maledetto.

Maledetti sono stati sicuramente i sequels nati sulla scia di una popolarità ammantata di tristezza e di un pizzico di morbosità. Dopo l’originale, indimenticabile film di Alex Proyas ne sono usciti altri… purtroppo.

Nel 1996 esce “Il Corvo 2” di Tim Pope e ad interpretare Eric Draven troviamo l’attore Vincent Perez (“Donoma”, 2011). Il film è legato al suo predecessore ma ne costituisce un seguito sbiadito che non riesce a rendere giustizia alla storia originale.

Nel 2000 arriva “The Crow: Salvation” diretto da Bharat Nalluri e questa volta è il Daniel Meade della serie televisiva “Ugly Betty”, Eric Mabius, a dipingersi il volto di bianco e gli occhi di nero e a cercare vendetta. In questo caso la trama si discosta dal primo lungometraggio per narrare una storia a se stante.

Infine arriva “Il Corvo – Preghiera Maledetta” del 2005. A dirigere è Lance Mungia, a vestire i panni luttuosi del messaggero della morte è Edward Furlong e il copione è sempre lo stesso, sul grande schermo si consuma una storia di amore, morte e vendetta.

Eppure manca sempre qualcosa. La magia del primo film, quell’alchimia impossibile da ricreare artificialmente.

Forse “Il Corvo” deve la sua fama di cult proprio alla maledetta pallottola che uccise Brandon Lee, forse senza quell’evento voluto dal fato il film non sarebbe entrato nell’immaginario collettivo in modo tanto indelebile. Le circostanze che hanno portato alla morte di Lee hanno ripercorso in un certo senso la vicenda di Eric Draven e della sua Shelly perché il figlio del compianto Bruce avrebbe dovuto sposarsi finite le riprese e perché, forse, come gli amanti dei complotti sostengono, a mettere la pallottola vera nella pistola di scena non è stato il destino ma la mano di qualcuno.

Amore e morte. Eros e Thanatos. Un’accoppiata tragicamente vincente.

Adesso, e siamo nel 2014, la storia dell’uomo che riemerge dal mondo dei morti perché affamato di giustizia, torna per la quinta volta sul grande schermo.

A parlare della pellicola è proprio il protagonista, Luke Evans visto ne “Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug” (2013). L’attore inglese ha rivelato in una recente intervista che questa versione del Corvo non sarà un reboot del film originale, inarrivabile dal punto di vista artistico, ma una storia più ampia e molto più fedele alla graphic novel di James O’Barr. Potrebbe essere proprio questo il punto forte del nuovo lungometraggio, il fatto che non cercherà di fare il verso al film di Proyas.

Per il momento, l’unico attore confermato è proprio il protagonista anche se a novembre si vociferava di una possibile partecipazione di Norman Reedus, il Daryl Dixon della serie “The Walking Dead”. Purtroppo non è arrivata alcuna conferma.

A dirigere sarà lo spagnolo Javier Gutiérrez.

Ancora non è stata resa nota la data d’uscita del film che al momento è in pre-produzione.

Per capire quanto “Il Corvo” sia rimasto nei cuori di chi l’ha amato basta guardare fuori dalla finestra, il cielo plumbeo che piange lacrime infinite.

Una voce mormora all’orecchio parole di conforto…

La sentite anche voi?

Non può piovere per sempre…

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