Disconnect, film presentato a Venezia, avverte sull’uso dei social network

Una scena del film Disconnect
Una scena del film Disconnect

Sempre connessi, sempre online. Il Festival di Venezia, in corso in questi giorni, ha ospitato anche – fuori concorso – Disconnect, prima opera di fiction del documentarista Henry Alex Rubin.

La trama del film, quanto mai attuale, è questa: il figlio di un investigatore che si occupa di frodi informatiche (Frank Grillo), mette in piedi con un amico via Facebook uno scherzo crudele ai danni di un compagno, che reagisce in modo tragico; il padre di quest’ultimo (Jason Bateman), è un avvocato che tutela gli interessi di una grande rete televisiva; rete per la quale lavora una reporter (Andrea Riseborough) che sta preparando un servizio su un sito di chat erotiche illegali con minorenni… E ancora altre storie e altri personaggi si intrecceranno fra loro.

Un utilizzo pericoloso della rete e dei social network, questa è la morale, non fa che renderci alla mercé di chiunque voglia farci del male, oltre che alienati e “sconnessi” dalla realtà.

Rubin, regista del film, ha dichiarato: “Ci poniamo le domande che oggi si pongono la maggior parte dei genitori: è giusto che noi o i nostri figli ceniamo con il telefonino in mano? Quando tempo è opportuno permettergli di stare connessi nell’arco di una giornata?”. La storia, sull’uso sbagliato dei social network, somiglia molto anche a quella del film Cyberbully, dove una ragazza era vittima anche online della cattiveria di alcuni compagni di scuola.

Il regista continua: “L’idea allo sceneggiatore è venuta durante una cena con 5 amici, in cui tutti, e contemporaneamente, si sono ritrovati attaccati al loro smartphone“.

Il film è stato comprato dalla Filmauro di De Laurentiis ed uscirà in Italia nel 2013.

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