Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte e intellettuale italiano, ha scelto di aprirsi senza filtri sulle difficoltà che sta affrontando a causa della depressione. In una lunga intervista concessa a Repubblica, Sgarbi ha rivelato il suo stato di salute e la decisione di ricoverarsi, presa poco dopo la sua apparizione al Teatro Olimpico con lo spettacolo “Arte e fascismo”. In quell’occasione, il critico era apparso visibilmente cambiato, quasi irriconoscibile agli occhi del pubblico.
Il Dolore della Perdita e la Solitudine della Malattia
“Ho perso parecchi chili. Faccio fatica in tutto. Riesco a tratti ancora a lavorare. Ho sempre dormito poco. Ora passo molto tempo a letto”. Con queste parole dirette, Sgarbi descrive la condizione debilitante che lo ha travolto. La malattia, che egli stesso definisce una “condizione morale e fisica”, si è manifestata all’improvviso, come “un treno che si è fermato a una stazione sconosciuta”.
Un Legame Indissolubile con l’Arte e la Madre
Parallelamente alla sua lotta contro la depressione, Sgarbi ha pubblicato “Natività”, un saggio edito dalla Nave di Teso, il cui sottotitolo “Madre e figlio nell’arte” rivela un legame profondo con la figura materna. Ricordando la madre scomparsa, l’intellettuale descrive come ella lo considerasse un’estensione della sua mente, capace di portare avanti un patrimonio di valori e visioni condivise. Al contrario, il padre viene descritto come un uomo “misurato”, distante emotivamente dalle loro attività, più razionale che partecipe.
L’Infanzia e la Scoperta della Passione per l’Arte
Sgarbi ripercorre anche i primi anni della sua vita, definendosi un bambino “irrequieto e divertito”. Un’indole creativa e curiosa che lo ha condotto verso l’arte grazie all’incontro con Francesco Arcangeli, un maestro capace di indirizzarlo dallo studio della letteratura verso la scoperta dell’arte, un percorso che ha poi definito tutta la sua carriera.
La Televisione e il Riflesso del Proprio Temperamento
Nel parlare delle sue note intemperanze televisive, Sgarbi ammette come quelle esplosioni di carattere non fossero altro che l’espressione genuina del suo temperamento. “Non era una recita a teatro ma la rappresentazione del mio temperamento”, afferma, sottolineando come oggi, riguardando quei momenti, abbia la sensazione di vedere “un altro me”.
La Malattia e il Tentativo di Andare Oltre
Sgarbi non ha esitato a rendere pubblica la sua malattia, consapevole che il ricovero gli abbia salvato la vita, evitando un’ischemia potenzialmente fatale. “Era la prova che ero riuscito a superare anche quell’ostacolo”, dichiara con lucidità, dimostrando la sua volontà di affrontare con coraggio questa nuova battaglia.
La Vicenda Giudiziaria e il Senso di Ingiustizia
Nel corso dell’intervista, Sgarbi affronta anche il tema della vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto. Descrive l’intera esperienza come “devastante”, sottolineando come alcune delle accuse mosse contro di lui derivino da azioni compiute “in assoluta naturalezza”, senza nessuna cattiva intenzione. L’inquietudine derivante da queste accuse è per lui motivo di profonda sofferenza.
Sgarbi riflette infine sul suo desiderio di lasciare un’eredità attraverso le opere d’arte e gli scritti che ha prodotto nel corso degli anni. Un progetto di sopravvivenza spirituale, destinato a prolungarsi oltre la vita. Tuttavia, ciò che lo turba maggiormente è l’impossibilità di lavorare come un tempo: “Faccio fatica, e poi vedo male: per uno storico dell’arte non è il massimo”.
Mister Movie continuerà a seguire la vicenda di Vittorio Sgarbi, aggiornando i lettori su ogni sviluppo riguardante il critico d’arte e il suo percorso di vita. Per rimanere sempre informati su notizie legate al mondo dell’intrattenimento, cinema, spettacolo e cultura, continuate a seguire il nostro portale!