Come la Barbie di Greta Gerwig ha preso ispirazione da Shakespeare

Come il film di Greta Gerwig trova ispirazione nelle scritture antiche e nell'arte teatrale di Shakespeare.

Immagine Come la Barbie di Greta Gerwig ha preso ispirazione da Shakespeare

Il film “Barbie” diretto da Greta Gerwig si rivela un’opera sorprendentemente influenzata dalle scritture antiche e dall’arte teatrale di Shakespeare. In questa rielaborazione creativa, esploreremo le profonde connessioni tra il mondo di Barbie e il Libro della Genesi, il ruolo di Barbie ed Ken come Adamo ed Eva, e l’influenza di William Shakespeare nel processo creativo di Gerwig.

Barbie di Greta Gerwig: Una Rilettura Epica e Spirituale dai classici come Shakespeare

Nel film, Barbie e Ken diventano simboli di Adamo ed Eva, mentre Barbieland è il giardino dell’Eden. Qui, il patriarcato rappresenta il frutto proibito e Ken stesso assume le sembianze del Serpente. Ma a differenza del racconto biblico della Genesi, l’Eden nel film rimane un paradiso incontaminato e è Barbie che decide di lasciarlo per intraprendere il suo percorso di crescita. Questa reinterpretazione offre una prospettiva unica e sorprendente sull’eterna storia dell’umanità.

La regista Greta Gerwig ha parlato apertamente delle influenze spirituali che hanno permeato la creazione di “Barbie”, addirittura scrivendo un Credo dell’Apostolo per la protagonista. Questa profonda connessione con le scritture antiche aggiunge un livello di profondità e significato al film.

Ma le influenze di Gerwig non si fermano qui. Durante le riprese del film, la regista ha istituito una sorta di “chiesa del cinema”, invitando il cast a riunirsi ogni domenica per adorare l’altare del cinema in un teatro locale di Londra. Questo rito cinematografico riflette l’approccio epico e spirituale che Gerwig ha portato nella produzione di un grande studio basata su un prodotto Mattel.

Gerwig ha dichiarato di aver cercato un’estetica e un’architettura che fossero imponenti, che rispecchiassero l’importanza del mondo di Barbie. In un universo di bambole viventi, l’idea di giocare in piccolo era inconcepibile. Questo richiama l’approccio di William Shakespeare, noto per storie che trascendono il pubblico e che si svolgono su palcoscenici imponenti. Anche se Gerwig ha sottolineato che non sta paragonando il suo lavoro a quello del grande drammaturgo, ha riconosciuto l’ispirazione che ha tratto dalle opere di Shakespeare.

Per quanto riguarda la portata di “Barbie”, Gerwig sembrerebbe fare riferimento a opere shakespeariane come la tetralogia di York (“Enrico VI”, parti da 1 a 3, e “Riccardo III”) o al dramma Grand Guignol “Tito Andronico”. Queste opere sono note per il loro approccio massimalista, un tratto distintivo anche nel film di Gerwig.

In termini di tono, Gerwig cita l’allegria romantica delle commedie di Shakespeare. Anche se non pretende di essere Shakespeare, ammette l’influenza significativa che il lavoro del Bardo ha avuto sulla sua creazione cinematografica. Questa fusione di elementi epici e teatrali con l’universo di Barbie porta a una narrazione unica che affronta grandi idee all’interno di un contesto giocoso e anarchico.

Infine, il richiamo a “Tutto il mondo è un palcoscenico”, il celebre monologo di Jaques in “As You Like It” di Shakespeare, sottolinea l’idea di profondità in mezzo all’apparente leggerezza. In questo modo, Greta Gerwig ha creato un’opera cinematografica che va oltre la superficie, esplorando temi profondi all’interno di un mondo di bambole.

In conclusione, “Barbie” di Greta Gerwig si rivela una rilettura epica e spirituale che combina elementi delle scritture antiche con l’arte teatrale di Shakespeare. Questo film unico offre una prospettiva sorprendente su Barbie e il suo mondo, dimostrando che anche in un contesto giocoso è possibile affrontare temi profondi e universali.

Link adv