Più di 15 anni sono passati da quando Claudio Bisio metteva piedi alla conduzione di Zelig e tante sono state le esperienze sul piccolo schermo, fino a giungere a Sanremo 2013, a cui partecipò come ospite della serata conclusiva. Proprio in questi ultimi anni Claudio Bisio è mutato come persona nonché come artista, prossimamente lo vedremo in La gente che sta bene, il nuovo film di Francesco Patierno che si apre proprio con l’attore intervistato da Maria Latella in quanto affermato avvocato d’affari.
Una commedia caustica e brillante, ambientata in una Milano canicolare, popolata da un’umanità alla ricerca disperata di un modo per stare a galla – o quantomeno di un parcheggio vicino al ristorante – che racconta con spietata ironia il ghigno di un uomo che, giorno dopo giorno, ha sempre meno motivi per ridere. Nel film, Claudio Bisio interpreta “Giuseppe Sobreroni, un avvocato d’affari tra Milano e Londra -racconta Claudio Bisio -Un narcisista, un mezzo bastardo che sguazza nel carrierismo più spinto ma finisce in crisi, preda delle sue fragilità. Una bella parte.”
È stata una sfida mettersi nei panni di questo mostro?
«Anzi, è stato divertente, anche perché il mio Umberto è cattivo ma non bidimensionale e si confronta con i silenzi di Margherita Buy e il suo amore pacato».
Cosa l’ha convinta ad accettare il ruolo?
«Le sceneggiature che mi propongono di solito sono commedie omologate, La gente che sta bene è diversa. Recentemente sono stato criticato per il buonismo: ne ho preso atto e ho cambiato strada, ho puntato su un mix di cinismo e comicità ispirandomi alla serie tv The Office».
Umberto potrebbe essere uno di noi?
«Non proprio uno qualunque perché è un manager di alto livello, ma di persone come lui ne ho incontrate tante, anche se ho avuto quella che ritengo una fortuna, cioè di non lavorare mai in un’azienda dominata da strutture gerarchiche, in cui si è cattivi con i sottoposti e zerbini con i capi».
Ha avuto una nuova occasione per recitare con Abatantuono.
«Abbiamo girato insieme le scene più improvvisate facendo veri e propri duetti, è un piacere fisico stare sul set con lui».
Ora per lei c’è solo il cinema? Niente più tv?
«Ho lasciato la tv un anno e mezzo fa per passare al grande schermo. Ho 57 anni e mi sono detto che questa seconda opportunità con il cinema non è eterna: come Renzi si gioca tutto in qualche mese, anch’io mi gioco tutto in questa fase della vita. Se mi va bene non torno al piccolo schermo, i tempi erano molto serrati e ora è cambiato anche il mio bioritmo…».
La vedremo di nuovo a Sanremo?
«No, anche perché sto per iniziare a girare il film di Massimiliano Bruno, dove sono uno psicanalista. A teatro ho due progetti per quest’estate, uno di questi parla di un padre alle prese con un ragazzo adolescente ed è molto autobiografico».