Un sequel potrebbe essere all’orizzonte, d’altronde sono anni se ne parla, ma intanto facciamo i nostri migliori auguri ad una colonna portante di Hollywood e del cinema in generale: Robert De Niro oggi compie 80 anni.
“Taxi Driver” è da tempo inserito nel pantheon dei film più acclamati mai realizzati. Un ritratto ipnotico di un New York notturno, intriso di paranoia post-Vietnam, che continua a catturare l’attenzione di critici e spettatori. Un’opera che potrebbe essere considerata l’apice della leggendaria collaborazione tra Martin Scorsese e Robert De Niro. E, come spesso accade per opere così celebri, non mancano analisi critiche che lo guidano verso le pagine della storia. Questo film è amato dai docenti di cinema per una buona ragione: l’ampia gamma di fonti da cui Scorsese ha tratto ispirazione, che lo rende una sintesi di decenni di grande cinema, e l’intensità del suo contenuto tematico. A quasi cinquant’anni dalla sua uscita, la passione che ancora suscita è testimonianza della sua qualità. Tuttavia, con tutto ciò che è stato scritto su di esso, ci si potrebbe chiedere se tutte le possibili discussioni sul tema siano state esaurite.
Taxi Driver 2: Il Fantasma di un Sequel che Continua a Turbare Robert De Niro ed il Cinema
Non esattamente. L’intima relazione tra “Taxi Driver” e l’identità nazionale americana assicura che nuove interpretazioni saranno sempre possibili finché le stelle e le strisce continueranno a sventolare. Eppure, c’è un aspetto del film che è stato (forse intenzionalmente) trascurato: la suggestione di un possibile sequel. Per i cinefili appassionati, l’idea di un sequel di “Taxi Driver” è quasi un sacrilegio, ma ciò non ha fermato i sussurri che minacciano continuamente di usurpare questa sacra opera. Curiosamente, è lo stesso Robert De Niro, l’interprete di Travis Bickle, che è stato il più favorevole a questa idea, sostenendo regolarmente l’idea con Scorsese e lo sceneggiatore Paul Schrader.
All’apparenza, l’idea di tornare a Travis Bickle dopo quasi mezzo secolo sembra assurda. Tanto “Taxi Driver” quanto il suo antieroe protagonista sono il prodotto di un’era molto specifica del mito americano: un periodo post-Vietnam, post-Watergate, in cui corpi misantropi e menti disillusionate vagano attraverso i fallimenti della loro nazione ancora romanticizzata. In “Taxi Driver”, New York è il fulcro di questo declino urbano, con Travis come spettro paranoico che trasporta gli abitanti da un incontro depravato all’altro. La sua visione cinica del mondo lo ha reso il simbolo ideale di un film americano prodotto dopo due dei peggiori disastri autoinflitti dalla nazione. Ma proprio questa affiliazione lo lega così strettamente a questo periodo che è difficile immaginarlo in un contesto diverso.
Il Sequel di Taxi Driver 2: Ritorno a Travis Bickle, Un’Ipotesi Ridicola?
A complicare questa convinzione c’è la questione legata al finale iconico di “Taxi Driver”, in cui Travis è considerato un eroe dai media dopo aver rischiato tutto per salvare la giovane prostituta Iris (Jodie Foster) dai suoi sfruttatori. Molto è stato scritto sulla veridicità di questo finale e la vaghezza con cui Scorsese lo presenta invita lo spettatore a formarsi una propria opinione. Questo invito verrebbe meno con la semplice esistenza di un sequel. Non si vuole dire che il pubblico non possa godere dell’originale come opera singola, ma è difficile immaginare che il finale avrebbe lo stesso impatto se si sapesse che c’è un’ulteriore spiegazione ufficiale proiettata nel cinema accanto.
Nonostante tutti questi ostacoli, i rumors di un sequel di “Taxi Driver” sono persistenti. De Niro ha menzionato la possibilità di una continuazione negli anni ’90 e ha ripetuto il suo interesse più volte nei decenni successivi. Un punto di svolta è avvenuto nel 2005, durante una proiezione del 25º anniversario di “Toro scatenato”, quando De Niro ha confermato che c’era una trama in sviluppo che prevedeva un Travis Bickle più anziano. L’attore ha ribadito questa rivelazione a sorpresa giorni dopo, affermando che lui e Scorsese stavano discutendo “di ciò che potrebbe essere chiamato un sequel di ‘Taxi Driver'”. In un’intervista con The Guardian, De Niro ha spiegato il suo desiderio di riprendere il ruolo di Travis, sottolineando che “mi piacerebbe vedere dove si trova Travis oggi. C’era qualcosa in quel ragazzo, tutta quella rabbia e alienazione, è ciò che la città può farti. Io e Marty veniamo da New York e persino noi ci sentiamo alienati.” È chiaro che Travis ha lasciato un segno indelebile sull’attore, spiegando il suo fervente desiderio di ritornare su di lui negli ultimi anni della sua vita.
Robert De Niro nel sequel: i rumors non si sono mai fermati
Dopo tredici anni da quell’annuncio, “Taxi Driver 2” è ancora lontano dall’arrivare sul grande schermo. Le ragioni sono molteplici, ma la principale è l’opposizione del co-sceneggiatore dell’originale, Paul Schrader. Quando Scorsese disse a Schrader che De Niro era interessato a fare un altro film, la risposta del regista, noto per la sua franchezza, fu esattamente quella che ci si aspetterebbe. “Ho detto, ‘È l’idea più stupida che abbia mai sentito'”, come ha raccontato in un episodio del podcast The Q & A nel 2019. Schrader ha confermato che avrebbe dato una risposta simile anche a De Niro in un incontro a pranzo poco dopo. I suoi commenti rispecchiano quelli che ha fornito ogni volta che si è trovato di fronte a un possibile sequel o remake di “Taxi Driver”, e si può pensare che la sua affermazione del 2013 secondo cui Travis sarebbe morto sei mesi dopo la fine del film fosse un tentativo di scongiurare questa idea una volta per tutte.
Schrader ha comunque dato a De Niro la cortesia di considerare la sua proposta, anche se non è chiaro quanto fossero seri i suoi suggerimenti. Durante il suddetto incontro a pranzo, Schrader propose un film in cui Travis si sarebbe trasferito in una capanna remota nel Montana, dove avrebbe trascorso le giornate scrivendo diari e inviando bombe per posta, rivelando così che era il famigerato Unabomber Ted Kaczynski. De Niro, comprensibilmente, non ha gradito l’idea. Potresti pensare che il progetto sia morto lì, ma gli aggiornamenti successivi forniti da De Niro indicano che Schrader ha fatto un vero tentativo di sceneggiatura per “Taxi Driver 2”, ma ha rinunciato dopo aver realizzato che “semplicemente non sembrava funzionare”. Con Scorsese che mostra anche una riluttanza a impegnarsi nel progetto (secondo Schrader, non è mai stato seriamente interessato), sembra che “Taxi Driver 2” sia destinato a diventare l’equivalente cinematografico di un software fantasma: un fastidio permanente che cerca attenzione ma che non ha la grazia di sparire.
Eppure, nonostante nulla indichi che “Taxi Driver 2” possa mai vedere la luce, Robert De Niro ha continuato a manifestare il suo interesse nel riprendere il suo personaggio iconico. In un’intervista del 2019 con GQ, l’attore è stato chiesto se il sequel fosse ancora in programma. “No”, è stato il suo primo commento, ma appena due frasi dopo ha mitigato la sua risposta con un “vedremo”. Forse è solo una cautela, ma dato che le discussioni sull’originale sono una delle poche cose in grado di scalfire la sua riservata personalità, è possibile che non voglia rinunciare a questa possibilità. De Niro ha precisato che farebbe un sequel solo se potesse “commentare i tempi e aggiungere qualcosa a quello che era stato il primo film”, contrastando le inevitabili affermazioni che un simile progetto sarebbe inutile al meglio e un’eresia al peggio. Ma alla fine, c’è davvero una giustificazione per tornare in questo mondo? Successi spirituali come “Joker”, “Fight Club” e “Non ci resta che il crimine” (oltre a “The King of Comedy” e “L’ultimo tentativo” di Scorsese, quest’ultimo scritto da Schrader) hanno dimostrato come riproporre i temi centrali di “Taxi Driver” per una nuova generazione senza essere vincolati da ciò che era stato creato in precedenza. Non tutto ha bisogno di un sequel, specialmente se racconta una storia completa con un finale volutamente enigmatico. I cinefili di tutto il mondo possono consolarsi sapendo che è probabile che non accadrà mai, anche se in questa era di sequel che fanno da eredi, chi può affermare con certezza che non accadrà?