Bruno Vespa, il decano del giornalismo italiano, è più presente che mai in televisione. Conduttore di “Cinque Minuti” nell’access prime time di Rai 1 e di “Porta a Porta” in seconda serata, Vespa non ha perso lo smalto, nonostante le sue quasi 80 primavere. In una lunga intervista al “Corriere della Sera”, il giornalista ha svelato alcuni retroscena sulla sua carriera e sul suo programma di punta, “Porta a Porta”, che ha rischiato la chiusura a causa di pressioni politiche.
Bruno Vespa: “Hanno cercato di chiudere Porta a Porta, ma la politica non può fermare la verità”
“Hanno cercato di ridimensionare e di chiudere Porta a Porta”, ha dichiarato Vespa, convinto che le motivazioni siano da ricercarsi proprio nell’attualità e nel taglio politico del programma. “La verità dà fastidio a molti”, ha aggiunto, sottolineando l’importanza di un giornalismo libero e indipendente.
Dalle prime esperienze in Rai alla nascita di Porta a Porta
L’intervista ha ripercorso anche le tappe salienti della carriera di Vespa, iniziata nel lontano 1962 con servizi per la radio regionale. Sei anni dopo, il grande salto: il concorso per l’azienda Rai, superato brillantemente con il primo posto. “Mi assegnarono al telegiornale”, ha raccontato Vespa. “Alla prima telecronaca, alla regata delle Repubbliche marinare di Pisa, Tito Stagno mi accompagnò perché non si fidavano a mandare da solo uno così giovane”.
Da quel giorno, una carriera costellata di successi, culminata con la creazione di “Porta a Porta” nel 1996. Un programma che ha fatto la storia del giornalismo televisivo, diventando un punto di riferimento per l’approfondimento e il dibattito politico.
Un futuro ancora ricco di sfide per Bruno Vespa
A 79 anni, Bruno Vespa non mostra alcun segno di cedimento. Anzi, è più attivo che mai. “Ho ancora tante cose da dire”, ha affermato con la sua consueta grinta. “E continuerò a farlo con la stessa passione e lo stesso impegno di sempre”.
L’intervista si conclude con una riflessione sul futuro del giornalismo. “In un’epoca di fake news e disinformazione”, ha sottolineato Vespa, “è più importante che mai avere un giornalismo di qualità, che verifichi le notizie e le racconti in modo obiettivo e imparziale”. Un monito che risuona con forza in un’epoca in cui la verità è sempre più sotto attacco.