Brexit: Game of Thrones avrà seri problemi di budget

In questi giorni si è parlato molto di Brexit, quella che per i cittadini inglesi è stata la decisione di rimanere o meno nell’Unione Europea. Ha vinto il no, e l’economia del paese è stata da subito messa a dura prova, così come Game of Thrones.

Brexit, Game of Thrones: problemi in Inghilterra

La Sterlina, moneta che da sempre la Grand Bretagna ha adoperato per lo scambio merci e per la produzione di serie TV o Film, ha subito un duro colpo, scendendo così a quotazioni da minimi storici (1980). Ora non siamo economisti e non ci professiamo tali, ma a conti fatti, nella situazione attuale, tutto ciò influirà su ciò che era in cantiere e ciò che c’è in produzione, parlando di grandi serie tv, anche Game of Thrones, che secondo il quotidiano inglese The Indipendent, avrà seri problemi di budget.

Game of Throne, è sempre questione di soldi

Il cuore e la mente di produzione dei libri e prodotti di George RR Martin, si trovano nell’Irlanda del Nord. Ed è a Belfast dove hanno sede gli studios Paint Hall, che spesso ospitano gli interni delle serie, come Winterfell fino alla piramide di Meereen. Non è finita qui, per gli esterni invece viene spesso usata la zona nordirlandese per quanto riguarda Castle Black, sulla spiaggia di Downhill Strand è stata girata una delle scene che apre la seconda stagione, quella in cui Melisandre e Stannis Baratheon bruciano le statue dei Sette Dei. Sempre in Gran Bretagna si sono girate le scene de la Strada del Re, la fortezza di Craster al di là della Barriera, le Torri Gemelle di Walder Frey. Tutto questo potrebbe finire, almeno per quanto riguarda la realtà inglese, dato che la serie va così bene che è impossibile possa finire per problemi di budget, ma potrebbe avere nuove location, in altri paesi d’Europa.

Visti gli alti costi di produzione”, scrive tra le sue pagine l’Independent, “la serie gode di alcuni finanziamenti erogati dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale”. Questo perché la realizzazione di Game of Thrones, spiega il quotidiano, “crea migliaia di posti di lavoro in Irlanda del Nord”, così come negli altri Paesi in cui si sposta la troupe.

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