Body Worlds a Genova: un viaggio dentro l’essere umano, come non è mai stato fatto prima

Body Worlds a Genova un viaggio dentro l'essere umano, come non è mai stato fatto primaGenova è una di quelle città che non t’aspetti, sullo sfondo di film, fiction e videoclip, con quell’impronta irriconoscibile, se non per chi ne conosce tutti gli scorci, non solo i più noti. Body Worlds è una di quelle mostre che definirle “mostre” è riduttivo, perché è quanto di più lontano ci sia dal concetto di mostra artistica, perché non lo è… Eppure lo è.

Il perfetto connubio di questi due particolari e unici elementi trova spazio nella mostra Body Worlds – Al cuore della vita, al Porto Antico negli spazi dei Magazzini del Cotone, dal 18 Febbraio al 31 Maggio, per un viaggio particolare: in una città che è stata un cuore del Mediterraneo, alla scoperta del cuore umano.

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Ne parliamo con Carlo Bachschmidt, responsabile organizzativo dell’esposizione:

Chi viene a vedere questa mostra sa che cosa viene a vedere. Non sono visitatori che passano per caso, ma persone che hanno scelto di affrontare questa esposizione. Dalle scuole, alle famiglie con bambini. E la cosa incredibile sono i genitori che spiegano ai figli che fanno domande, senza timore, e il silenzio che c’è: una forma di rispetto particolare.

Ma che cos’è Body Worlds? Body Worlds  è una mostra che ha raccolto oltre 40 milioni di visitatori, in 100 città in tutto il mondo. È una scoperta al “vero mondo del corpo umano”, con focus centrale, in questo allestimento, sul funzionamento del cuore: il muscolo cardiaco, quello che dà modo a tutto l’organismo di esistere e vivere. È come poter entrare dentro a un corpo – dentro al proprio corpo – e studiarne gli aspetti e le forme che non si immaginano. Tutto questo è possibile grazie al processo di plastinazione, ideato da Gunther von Hagens, che rende come plastificati e irreali dei corpi che sono in realtà… Assolutamente veri. Si può dire che serva stomaco per una mostra simile, ma la verità è che ci vogliono cuore e cervello. Tra spaccati di singoli organi e scultoree figure umane intere, si attraversa il viaggio della vita, si osservano gli effetti di patologie mediche, si scopre come davvero è fatto ciò che ci portiamo appresso quotidianamente: il nostro corpo.

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Percorrere i passaggio tra corridoi e bacheche espositive, è un viaggio: l’accoglienza di un cuore, saturo nel suo rosso acceso, è accompagnata dal costante sottofondo di un battito cardiaco soffuso e regolare. Scandisce i passi e scandisce il ragionamento, accompagna a osservare una famiglia, a scoprire come ci si concentra durante una partita a scacchi (e quali sono le parti di noi che sono coinvolte, dai muscoli ai nervi, sino alle sezioni cerebrali) per prepararsi all’elaborazione di posizioni muscolari più complesse. Il maggior impatto visivo è sicuramente quello delle figure intere, singole o di coppia, strutturate per dare enfasi a determinate condizioni muscolari. Sono corpi nudi, ma non suscitano vergogna alcuna: si è in un museo, un museo di anatomia che ha qualcosa di assolutamente unico.

E se ci fossero solamente le figure intere, sarebbe qualcosa di meramente accademico, fatto di corpi posizionati. Ma gli spaccati e le sezioni di questi, o di organi, accompagnati con spiegazioni semplici, precise e dettagliate, sono il vero cuore della mostra. Capita di poter sentire l’espressione di stupore di fronte a sezioni in cui si osserva come «Ma davvero quello è la ciccia? Quindi questo è come è composto un corpo di un obeso… Santo cielo, ma cosa succede? No, così non può essere…», tanto che è facile percepire come il messaggio arrivi dritto dove deve arrivare: non è solo arte, è una sorta di scuola, un vero e proprio percorso educativo che non ha età, non ha geografia e non ha bisogno di una lingua precisa: si adatta a quella del luogo, è qualcosa di universale, come è il nostro corpo: uguale, dovunque, in ogni angolo del mondo.

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Si esce cambiati, da una mostra come quella di Body Worlds – Al cuore della vita a Genova. Si esce con la sensazione di essere piccoli e di certo non perpetui, come si discute anche con lo stesso Bachchsmidt, per uscire un po’ più consci di come siamo e di cosa ci succede: quando mangiamo, quando beviamo, quando fumiamo, quando ci muoviamo, quando pensiamo. E, per dirla con le stesse parole di von Hagens:

La mia vita di medico, anatomista e plastinatore mi ha dimostrato quale grande eccezione è la vita, rispetto alla normalità della morte.


E sì, se vedendo le immagini avete colto qualcosa di già visto, è perché la mostra è apparsa come ambientazione di una celebre scena in 007 – Casinò Royale, nel 2006.

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