Il film sulla figura di Steve Jobs, al quale finora era stato interessato David Fincher, ha visto la dipartita del regista di “Fight Club” e “The Social Network”, dovuta, secondo voci di corridoio, alle pretese economiche del cineasta, perdendo così anche il protagonista, che Fincher sembrava aver trovato in Christian Bale, ovvero Bruce Wayne nella trilogia su Batman di Nolan. È passato poco tempo, eppure il progetto Sony sembra aver già catturato l’attenzione di un altro grande autore: Danny Boyle. Secondo The Hollywood Reporter, il regista del cult “Trainspotting” e lo scorso anno nuovamente nei cinema con “In Trance”, con James McAvoy e Rosario Dawson, avrebbe intenzione di avvicinarsi al progetto e Leonardo DiCaprio potrebbe essere la prima scelta per interpretare il protagonista. La coppia aveva già lavorato insieme nel 2000 nel film “The Beach”; la pellicola non fu esattamente un successo, ma da allora i due hanno ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui un totale di 7 nomination all’Oscar, 4 per DiCaprio e 3 per Boyle, che vinse nel 2009 la statuina come miglior regista per “The Millionaire”, il quale si aggiudicò anche il titolo di miglior film.
Il biopic è basato sulla biografia scritta da Walter Isaacson, adattata da Aaron Sorkin, sceneggiatore di “The Social Network”, e sarà prodotto da Scott Rudin, produttore sempre del film di Fincher sulla nascita di Facebook e del recente “Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson. Al film parteciperà anche Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, nelle vesti di consulente.
La biografia di Isaacson è così descritta:
Più di quaranta colloqui personali con Steve Jobs in oltre due anni, e più di cento interviste a familiari, amici, rivali e colleghi, hanno permesso a Walter Isaacson di raccontare l’avvincente storia del geniale imprenditore la cui passione per la perfezione e il cui carisma feroce hanno rivoluzionato sei settori dell’economia e del business: computer, cinema d’animazione, musica, telefonia, tablet, editoria elettronica. Mentre tutto il mondo sta cercando un modo per sviluppare l’economia dell’era digitale, Jobs spicca come la massima icona dell’inventiva, perché ha intuito in anticipo che la chiave per creare valore nel ventunesimo secolo è la combinazione di creatività e tecnologia, e ha costruito un’azienda basata sulla connessione tra geniali scatti d’immaginazione e riconosciute invenzioni tecnologiche. Nonostante abbia collaborato in prima persona alla stesura di questo libro, Jobs non ha imposto nessun vincolo sul testo né ha preteso di leggerlo prima della pubblicazione. E non ha posto alcun filtro, incoraggiando anzi i suoi conoscenti, familiari e rivali a raccontare onestamente tutta la verità. Lui stesso parla candidamente, talvolta in maniera brutale, dei colleghi, degli amici e dei nemici, i quali, a loro volta, ne svelano le passioni, il perfezionismo, la maestria, la magia diabolica e l’ossessione per il controllo che hanno caratterizzato il suo approccio al business e i geniali prodotti che ha creato.