Beppe Vessicchio è una figura storica del Festival di Sanremo. Con oltre 30 partecipazioni in qualità di direttore d’orchestra, è diventato un’icona amata dal pubblico, tanto da essere persino inserito nei bonus del FantaSanremo. Nella settimana che segna il ritorno di Carlo Conti alla conduzione, Maurizio Merluzzo ha intervistato Vessicchio su YouTube, affrontando temi legati alla kermesse e alla sua evoluzione.
Sanremo: festival della canzone o dei cantanti?
Nell’intervista, Vessicchio ha espresso un’opinione chiara: il Festival ha cambiato natura. Secondo il maestro, oggi non si tratta più di una competizione tra brani, ma di una rassegna costruita attorno agli artisti.
“Non è più il Festival della Canzone, anche se il nome rimane. Oggi si scelgono prima i cantanti e solo dopo si pensa ai brani. Un tempo, dal 1952 al 1966, si selezionavano le canzoni e poi si decideva chi le avrebbe interpretate. La qualità del brano era al centro, tanto che Nilla Pizzi riuscì ad arrivare prima, seconda, terza e quarta nella stessa edizione. Ora invece si costruisce un cast basandosi sui nomi degli artisti.”
Il cambiamento del Festival
L’ultima edizione di Sanremo ha enfatizzato ancora di più questa trasformazione: l’annuncio dei cantanti è arrivato prima ancora dei titoli delle canzoni. Questo, secondo Vessicchio, dimostra che il peso maggiore ricade sulla popolarità degli artisti, piuttosto che sulla qualità dei brani in gara.
Sanremo resta un evento di grande rilievo per la musica italiana, ma il dibattito sulla sua natura è aperto: si tratta ancora di una competizione canora, oppure è diventato uno show che punta tutto sugli interpreti?