L’attore Austin Butler, noto per il suo ruolo in “Elvis”, ha adottato un approccio diverso nel prepararsi per il ruolo di Feyd-Rautha Harkonnen nel sequel di fantascienza “Dune: Part Two”. Mentre per “Elvis” si immerse completamente nel personaggio dell’icona della musica, questa volta ha scelto di stabilire dei limiti per preservare la sua vita privata.
“Sapevo che sarebbe stato malsano”: Austin Butler parla del metodo di recitazione in Dune: Parte seconda
Butler ha dichiarato al Los Angeles Times di aver preso una decisione consapevole di stabilire dei confini, permettendogli di essere più presente per la sua famiglia e i suoi amici al di fuori del set. Questo approccio gli ha fornito una maggiore libertà durante le riprese, consentendogli di esplorare il personaggio senza perdere se stesso.
Il regista Denis Villeneuve ha elogiato la collaborazione con Butler, descrivendola come “tremendamente giocosa” e notando la sua capacità di bilanciare l’essere dentro e fuori dal personaggio. Villeneuve ha osservato che Butler era in grado di mantenere una certa percentuale del personaggio anche quando la telecamera non era accesa, permettendogli di rimanere concentrato senza perdere il contatto con la realtà.
Inoltre, Butler ha rivelato di aver evitato di imitare Sting, che ha interpretato lo stesso ruolo nella versione del 1984 di “Dune” di David Lynch, optando per una nuova interpretazione del personaggio. Pur riconoscendo il rispetto per il lavoro di Sting, Butler ha cercato di rendere il personaggio completamente suo, senza imitazioni.
La sua performance in “Dune: Part Two” promette di essere unica e memorabile, con Butler che porta il suo tocco personale al ruolo di Feyd-Rautha Harkonnen, mantenendo al contempo un equilibrio tra la recitazione e la sua vita al di fuori dello schermo.