Auguri Charlie Chaplin. 5 scene per ricordare il suo genio

16 Aprile 1889, un giorno importante, fondamentale, per la storia del cinema e dell’arte del ‘900 perché a Londra nasce Charles Spencer Chaplin, noto al mondo come Charlie Chaplin, Sir Charlie Chaplin per essere precisi, perché la sua arte suprema lo ha portato a conquistare il titolo di baronetto “Per meriti artistici” il primo giorno del 1975.

Attore e regista, sceneggiatore, compositore, semplice comico ma anche produttore di altissimo livello, è uno degli artisti più grandi di tutti i tempi. La fama mondiale raggiunta con il personaggio di Charlot, attorno alla quale si è sviluppata gran parte della sua opera, ne rende un uomo controculturale, che sta sempre dalla parte del più debole. Chaplin univa comicità e pathos, rideva sull’alienazione umana e conquistava il pubblico rendendo le classi sociali più deboli, gli emarginati, veri protagonisti dell’Industria.

Oggi lo ricordiamo con le sue 5 scene più belle

Il monello (“The Kid”), 1921 – Il monello sottratto a Charlot

È il primo lungometraggio di Chaplin ed è un successo. Si classifica al secondo posto negli incassi del 1921 e tuttora è ritenuto uno dei più grandi capolavori del cinema mondiale. Il piccolo Jackie Coogan, colui che interpreta il Monello, sarà poi famoso al grande pubblico nei panni di Zio Fester nella serie tv della Famiglia Addams

Tempi moderni (“Modern Times”), 1936 – La catena di montaggio

Per il parere di chi vi scrive, Modern Times è il più grande capolavoro dell’opera Chapliniana. La satira pungente dell’immenso artista inglese fa di questo film il simbolo mondiale dell’alienazione prodotta dal lavoro di fabbrica. Il protagonista compie gesti ripetitivi a ritmi disumani e le spersonalizzazioni della catena di montaggio minano le ragioni del povero Charlot, questa volta nei panni di un operaio meccanico.

Luci della città (“City Lights”), 1931 – Gli spaghetti

Per la critica è questo forse il più grande capolavoro di Chaplin. Il personaggio del milionario allegro, prodigo da ubriaco, avaro e cinico da sobrio, interpretato dall’attore londinese sarebbe la sintesi della società capitalistica, dove tutto è concesso ma nessuno è libero.

La febbre dell’oro (“The Gold Rush”), 1925 – La cena del Ringraziamento

La prima pellicola muta di Chaplin che venne riadeguata al sonoro e che nel 1942 vide l’ingresso di un’orchestra. Gli invertitori (quelle scene tipiche dei film muti in cui veniva spiegata la scena) vennero sostituiti da un commento sonoro proprio di Charlie Chaplin che in Italia venne doppiato da Stefano Sibaldi, uno dei primi grandi doppiatori del Bel Paese.

 Il grande dittatore (“The Great Dictator”), 1940 – Discorso all’umanità

Ne Il grande dittatore c’è il monologo dei monologhi. Una scena indimenticabile, da far vedere ai bambini e agli adulti a ripetizione. Non servono commenti, si deve solo vedere. L’unico che va postato, è quello del Premio Nobel George Orwell che disse, dopo aver visto il film, “Più che in qualunque trovata comica, credo che il fascino di Chaplin stia nella sua capacità di riaffermare la verità – soffocata dal fascismo e anche, fatto piuttosto comico, dal socialismo – che vox populi è uguale a vox Dei e che i giganti sono vermiciattoli”

Link adv