Vivere il cinema: Harry Potter Summer Camp, per vivere una settimana a Hogwarts

Harry Potter è stato un fenomeno prima editoriale e poi cinematografico, che ha rivoluzionato il mondo cartaceo e del grande schermo, creando un nuovo genere di fantasy per adolescenti (ideale fascia intermedia tra l’infanzia e l’età adulta, volendo immaginare un percorso di crescita che segue temporalmente quello di libri e film), che ha coinvolto i giovani (ma a ben vedere, non solo) di tutto il mondo. Al maghetto di Hogwarts sono stati dedicati parchi divertimento in tutto il mondo, da quello negli USA degli Orlando Universal Studios a quello londinese del Wizarding World of Harry Potter, e altri a venire (tanto più considerando che le avventure di quel mondo non sono affatto finite.

Giusto, le avventure di quel mondo. Il progetto per il film basato sul personaggio di Newt Scamandro ha fondamenta in quell’ambientazione, in quella società fatta di Purosangue, Mezzosangue, Nati Babbani e Babbani, ma è ben lontano dalla storia che abbiamo conosciuto in sette libri e otto film. Lo stesso mondo, ma un altro tempo, altri personaggi, altre avventure. Un po’ come quelle che si potrebbero immaginare a farsi la domanda «Chissà come sarebbe essere un mago, e andare a Hogwarts. Seguire le lezioni, lottare per la propria Casa…»; alzi la mano chi si è avvicinato a quell’ambientazione e non ne è stato affascinato (chi non, perché sicuramente è un conteggio molto più rapido).

E alzi la mano chi c’è stato davvero, a Hogwarts. Chi ha frequentato le lezioni di Babbanologia, di Astronomia o Erbologia, chi ha giocato a Quidditch e chi ha portato al petto la spilla di Prefetto. Non è una cosa impossibile, perché è una magia fatta dagli animatori dell’Harry Potter Summer Camp. Un campo estivo gestito dalla passione per l’ambientazione da persone che, assolutamente in maniera volontaria, creano e pensano una trama da far vivere a ragazzi (mediamente dai 14 ai 30 anni) che desiderano vivere una settimana da studenti di Hogwarts. Sei giorni, con la sveglia alle otto del mattino, la colazione (rigorosamente in divisa) alle otto e mezza, la prima lezione alle nove.

«Ognuno di noi (animatori, che funzionano da docenti, personale scolastico e personaggi di vario genere, ndr) interpreta un ruolo e un personaggio. Abbiamo un nostro abbigliamento particolare, uno stile, delle caratteristiche specifiche. Recitiamo, in un certo senso, creando un personaggio che è fatto anche di lati di noi. Positivi, negativi, esagerati o meno. Ma non siamo davvero noi. Animiamo e creiamo attorno a loro (gli studenti, nrd) un altro piccolo mondo», ci spiega Pierluca Pira, principale organizzatore dell’evento e interprete di uno dei personaggi chiave, Ichabod Blackblood, docente di cura delle Creature Magiche. «E intendo che è attorno a loro… Loro stessi. Loro non si sentono di interpretare un personaggio, di fingere di essere qualcun altro. Sono Giulia, Eleonora, Massimiliano, Daniele: hanno ricevuto la lettera di ammissione a Hogwarts e sono andati a scuola. Abbiamo provato a indagare se poteva essere per loro interessante fare diversamente, ma la cosa non ha mai preso piede. Piace essere se stessi. Ricevere la lettera per se stessi e legare con gli altri studenti per quello che si è, personalmente».

Giacomo si occupa di uno dei laboratori pomeridiani, creazione di bacchette (perché è la bacchetta che sceglie il mago…): «Non ci si annoia. Io ho partecipato, da ragazzino, come studente. E dopo qualche anno di assenza ho avuto l’occasione di rientrare facendo parte dello staff. La parte emozionante di tutto questo è che anche se passano gli anni, anche se si cresce, si percepisce sempre un senso di comunità, di appartenenza a qualcosa. Tutto nasce da una passione, che è l’immaginario letterario che ha preso vita nelle trasposizioni cinematografiche, e voler vivere quelle emozioni un po’ sulla nostra pelle». E sui vestiti che si impiastrano di segatura mentre lo aiutiamo a intagliare il legno, preparando parti della scenografia che servirà per l’animazione serale.

Un’atmosfera resa magica da tanti piccoli particolari: attenzione ai costumi dei personaggi, alle scenografie degli ambienti, con una cura tangibile per lo svolgimento di una trama, una “storia” che va avanti. Come capitoli di una piccola saga cinematografica, ogni annata dell‘Harry Potter Summer Camp è collegata all’altra da una trama che si evolve, mossa dagli animatori e con la diretta interazione degli studenti. ;a vedremo un’altra volta più in dettaglio molti di questi elementi. Ci riserviamo una “seconda puntata” per entrare più nello specifico di un’esperienza che porta a vivere il cinema oltre la sala buia.

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