Entertainment Weekly ci regala un importante specchio della critica statunitense su quelli che sono stati i peggiori e migliori film del 2014. Se tra i migliori, secondo l’autorevole settimanale, figurano Birdman, Snowpiercer, Gone Girl, Guardians Of The Galaxy (e fa stranissimo vedere un film “fumettone” in una classifica del genere), Grand Budapest Hotel e Boyhood, la parte più interessante sono indubbiamente le opinioni negative. Scopriamole insieme una a una, così come esposte dal giornalista Chris Nashawaty.
I peggiori cinque film del 2014 sono…
5. Monuments Men
«George Clooney ha diretto un paio di film di classe. Questo film su quanto accadde durante la seconda guerra mondiale non è tra quelli. È l’equivalente cinematografico dell’ascoltare sette ragazzi che cantano l’inno nazionale per due ore».
4. Transcendence
«Non abbiamo rinunciato a te, Johnny Depp. Ma si può fare molto meglio di un così assurdo techno-thriller che sembrava più Max Headroom (show televisivo statunitense degli anni ’80, la cui idea era di rappresentare un futuristico personaggio generato al computer, con una testa stilizzata all’interno di un televisore, euno sfondo di linee colorate in rotazione, ndr.) che The Matrix. Avere un’isola privata ai Caraibi è il modo in cui Dio ti fa sapere che, a volte, puoi anche dire di no».
3. Let’s Be Cops (Bastardi in divisa)
Considerata la traduzione letterale del titolo, ovvero “Cerchiamo di essere poliziotti!”, l’impietoso commento è «Ma anche no».
2. Transformers: L’era dell’estinzione
«Giù le mani, il blockbuster più idiota dell’anno. Questo guazzabuglio di Michael Bay ha rastrellato più di 1 miliardo di dollari in tutto il mondo, nonostante sia un orgia spudoratamente cinica di prodotti commerciali e completamente incoerente. Quando c’è in ballo il destino del mondo, dovrebbe almeno interessarti l’identità del vincitore, alla fine. Personalmente, ero solo sollevato che questo dannato film fosse finito».
1. Nymphomaniac – Volume 1 e Volume 2
«Non so che cosa sia più deprimente: il tiepidamente trasgressivo, eredità di un figlio petulante, atteggiamento da enfant terrible di Lars von Trier nel suo faticoso film in due parti, oppure i critici che si sono scervellati a cercare un inesistente sottotesto femminista nel film dell’autore danese per cui la provocazione è di casa. E ancora, il dubbio accento britannico di Shia LaBeouf. Ciò di cui sono certo è questo: Nymphomanic è, è stato e sempre sarà un pretenzioso nonsense fabbricato in serie».