Vivere in un condominio non è sempre facile, si può avere a che fare con vicini rumorosi, che lasciano la spazzatura nelle scale e non chiudono mai l’ascensore obbligando chi abita ai piani più alti a farsi le scale portando pesantissimi sacchi della spesa. Immagino che queste siano esperienze vissute da molti.
Pensate dunque, come potrebbe essere la vita in un condominio costituito non da una ventina di appartamenti ma da più di 100. Pensate come sarebbe se doveste condividere la vostra vita con duemila individui stipati in un unico, gigantesco grattacielo.
Certo, il grattacielo in questione sarebbe dotato di ogni comfort, dalle scuole ai supermercati, dai cinema ai parrucchieri ma non sarebbe comunque sufficiente per garantire la serenità collettiva. Non se cominciassero a sorgere dei problemi…
“High-Rise” parlerà proprio di questo. Tratto dal libro di J.G. Ballard, “Il Condominio” (1975), il film si svolgerà all’interno di una gigantesca struttura, idealmente la prima di cinque, costruita in una Londra non troppo diversa da quella che conosciamo (qui di seguito il poster del film).
Il grattacielo, ideato dall’architetto Anthony Royal, rispecchia in tutto e per tutto il mondo esterno. Gli appartenenti delle classi sociali meno abbienti occupano abitazioni piccole e poco costose situate nella zona più bassa dell’edificio e via dicendo fino ad arrivare all’attico, gigantesco e lussuoso, nel quale abita proprio Royal.
In questo microcosmo creato artificialmente, una sorta di formicaio brulicante di umanità, sembra essersi stabilito un equilibrio impensabile da realizzare nel mondo esterno ma, come si suol dire, non è tutto oro quel che luccica. Presto, a causa di una serie di black-outs, le cosiddette persone perbene che abitano nel grattacielo, cominceranno a lasciarsi guidare dai loro istinti più biechi e il caos dilagherà distruggendo l’ordine fittizio che regola le loro vite.
Comincerà una vera e propria guerra che sfocerà in un conflitto di classe nel quale i nemici saranno gli abitanti degli altri piani.
E’ questo il leitmotiv delle opere di J.G. Ballard, lo smascheramento della vera natura dell’uomo. La società reprime gli istinti più bassi in favore di una razionalità esasperata che non tiene conto della parte ferina che costituisce il nucleo dell’essere umano. Se si creano le condizioni adatte, questa natura animale prende il sopravvento confutando la convinzione che l’uomo sia superiore agli animali.
In “High-Rise”, è il buio a fornire il pretesto per lasciarsi andare. Il buio, rappresenta simbolicamente la cecità della ragione dinnanzi all’istinto primordiale nonché la sospensione della coscienza.
Cos’è un uomo privo della sua coscienza? Un assassino, nel senso più naturale del termine…
Le riprese del film cominceranno il prossimo Giugno e dietro la macchina da presa si troverà il regista inglese Ben Weathley. L’adattamento cinematografico è stato realizzato da Amy Jump mentre a produrre sarà Jeremy Thomas. In un primo momento venne contattato Vincenzo Natali (“Haunter”, 2013) per dirigere la pellicola ma il regista ha deciso di dedicarsi ad altri progetti.
L’unico attore confermato nel cast è Tom Hiddleston, famoso per aver interpretato il mefistofelico Loki nei lungometraggi dedicati al dio del tuono Thor e nel primo “The Avengers”. Voci di corridoio vogliono il talentuoso attore inglese nei panni di Anthony Royal ma la notizia non è stata confermata.
In attesa di ulteriori news sulla trasposizione cinematografica del libro di Ballard, potremo ammirare le doti di Tom Hiddleston in “Only Lovers Left Alive” (2013) di Jim Jarmush (finalmente il film verrà distribuito anche in Italia sebbene non si sappia ancora quando…).