Quando si diffuse la notizia che Hayao Miyazaki si sarebbe ritirato (qui l’articolo), il futuro dello Studio Ghibli parve incerto, ma nessuno si sarebbe aspettato che una delle case d’animazione più famose al mondo potesse chiudere i battenti da un giorno all’altro.
In questi giorni, un insider ha invece sconvolto gli amanti dei lavori dello studio giapponese. Secondo la fonte, infatti, lo Studio Ghibli era da considerare praticamente morto, a causa di un pubblico sempre meno affezionato all’animazione disegnata a mano. Si alza il vento, ultimo lavoro di Miyazaki, è stato infatti a malapena in grado di rientrare di quanto speso per la sua realizzazione, nonostante la nomination all’Oscar, e anche When Marnie Was There, già uscito in Giappone, è stato considerato un flop, pur guadagnando 90 milioni che non sono bastati a trarne un profitto.
La fonte continuava sostenendo che la casa d’animazione avrebbe continuato a gestire i prodotti di cui detiene i diritti, senza però dedicarsi a nuovi progetti. Le notizie, quindi, non facevano presagire niente di buono per lo studio e l’idea di non poter più godere, di punto in bianco, di questi gioielli animati ha terrorizzato tutti gli amanti del cinema.
Fortunatamente, però, è giunta la notizia che cominciare a piangere sulla lapide dello Studio Ghibli è del tutto prematuro. Secondo l’Anime News Network, infatti, i rumor si sono diffusi in seguito a un messaggio di Toshio Suzuki, co-fondatore dello studio, le cui parole in merito a una “ristrutturazione” o “pulizia” per la nuova generazione di animatori sono state male interpretate.
A tal proposito, Suzuki ha dichiarato:
“Su quello che riguarda il futuro dello Studio Ghibli, non è affatto impossibile continuare a produrre [film] per sempre. Tuttavia, prenderemo una breve pausa per considerare la direzione da intraprendere da ora in avanti.”
Suzuki ha ricoperto il ruolo di produttore per diversi anni all’interno dello Studio Ghibli e quando Miyazaki annunciò il suo ritiro, anche Suzuki fece un passo indietro, assumendo la carica di “general manager.”
Credere dunque che lo Studio Ghibli potesse chiudere le proprie porte solo per un successo inferiore rispetto agli anni precedenti, è stato un ragionamento a metà. Sebbene lo studio non abbia mai raggiunto nuovamente il successo de La Città Incantata, capace di incassare 275 milioni di dollari, i film successivi hanno mantenuto tutti una media discreta al box office.
È naturale che i costi per realizzare un film d’animazione con tecnica tradizionale diventino sempre più proibitivi, soprattutto per uno studio così attento ai dettagli e desideroso di coniugare storie toccanti con un livello artistico invidiabile, ma lo Studio Ghibli è stato capace col tempo di dare nuova vita all’animazione tradizionale, accrescendo la sua popolarità e conquistando l’affetto di numerosi spettatori.
La notizia che la pausa della casa non sia qualcosa di definitivo, ci rincuora; speriamo che lo studio usi questo tempo per raccogliere le proprie idee e tornare nuovamente ricca di ispirazione, regalandoci lungometraggi ancora a lungo, finché sentiranno di avere lo spirito giusto per realizzare prodotti di qualità.
In Italia, intanto, attendiamo ancora Si alza il vento, che arriverà nelle nostre sale dal 13 al 16 settembre; When Marnie Was There, diretto da Hiromasa Yonebayashi, è uscito in Giappone il 19 luglio e non ha ancora una data di uscita occidentale (qui il trailer ufficiale del film).
Di seguito, un montaggio di tutte le opere dello Studio Ghibli, mostrato al Toronto International Film Festival lo scorso anno.