Ron Howard e il suo futuro come regista e attore

Si è concluso pochi giorni fa il Tribeca Film Festival, da cui l’Italia è uscita a testa alta grazie al premio come miglior attrice, assegnato a Valeria Bruni Tedeschi per il suo ruolo ne “Il Capitale Umano” di Paolo Virzì, anch’esso in competizione come miglior film, categoria che ha però visto trionfare la commedia nera Zero Motivation”.

La manifestazione è stata anche occasione di numerosi incontri con personalità dello spettacolo e ai microfoni di Brian Williams, famoso conduttore americano della NBC, si è lasciato andare a numerose riflessioni uno dei più fulgidi registi contemporanei: Ron Howard.

Regista premio Oscar nel 2002 per “A Beautiful Mind” (pellicola vincitrice anche della statuetta come miglior film), Howard ha diretto numerosi classici e successi cinematografici, tra i quali “Apollo 13”, “Cinderella Man” e “Rush”.

Durante la chiacchierata, il regista ha parlato molto della strada che sta prendendo l’industria dei film, sempre più interessata alle grandi produzioni; Howard, nonostante non possa fare altro che accettare la politica intrapresa dalle major, è comunque convinto che ci sia ancora posto per le storia più piccole, anche se destinate a essere distribuite in un minor numero di cinema o su altre piattaforme.

Brian Williams ha ricordato le recenti dichiarazioni di Steven Spielberg e George Lucas, secondo i quali è imminente uno stravolgimento nell’industria cinematografica, una vera e propria “implosione”. Riportando le parole di Spielberg “laddove una mezza dozzina di film da 250 milioni di dollari dovessero fare flop, l’industria cambierebbe per sempre e il passo successivo potrebbe essere quello di dover pagare un biglietto di 25 dollari per il prossimo ‘Iron-Man’ e di soli 7 per ‘Lincoln’.”

Howard concorda sul fatto che il business del cinema stia cambiando, facendo notare che Lucas gli disse già 10 anni fa che l’esperienza cinematografica sarebbe diventata sempre più simile a quella di Broadway, con i grandi film, capaci di attirare più pubblico, distribuiti in sale sempre migliori e maggiori, in modo da poter competere tra loro con il 3D o altri formati. Secondo Lucas, sostiene il regista di “Rush”, ci sarà però sempre posto per storie più intime, come quelle di “A Beautiful Mind” o “Cronisti d’assalto” (sempre di Howard), anche se potrebbero essere destinate a un numero minore di cinema o a essere trasmesse direttamente in TV o su altri media, mantenendo tuttavia il proprio pubblico e continuando a essere visibili.

Ron Howard (a sinistra) insieme a Chris Hemswoth sul set di “Rush”

Howard si trova assolutamente d’accordo e pensa che mentre gli studios sopravvivranno, i creativi dovrebbero essere entusiasti della possibilità di lavorare in medium differenti.

“Dopotutto, io racconto storie, e se penso che la storia abbia un valore, se credo che sia interessante, allora ciò che devo fare dopo è capire come raccontarla e quale sia il format ideale. Non ci si dovrebbe vergognare nel dire ‘ Sì, amo fare film, ma questo starebbe davvero meglio su Internet. Non sarebbe fantastico vederlo in segmenti di tre minuti? Oppure in televisione, soprattutto in televisione. Voglio dire, quello che sta succedendo alle serie TV, in particolare a quelle via cavo, è letteralmente impressionante. Credo sia il punto più alto mai raggiunto dalla televisione di qualità.” E nel caso ve lo steste chiedendo, tra le sue serie preferite ci sono “House of Cards”, “Breaking Bad” e“Il Trono di Spade”.

Il regista ha tenuto inoltre ad aggiungere che non è affatto contrario alla tecnologia: “Il pubblico ti dirà sempre cosa preferisce e tu, in quanto autore di storie, dovrai adattarti.” Tuttavia Howard non può non ammettere di essere rimasto infastidito quando ha recentemente notato qualcuno vedere “Rush” su un aereo e mandare avanti il film perché l’aereo stava per atterrare.

“Ho pensato che quel figlio di p***ana sarebbe andato in giro a dire di aver visto il film, perciò sì, mi sono dovuto trattenere un po’.” questo prima di scoprire che la moglie fa lo stesso con molte delle serie TV che segue.

Da sinistra: Henry Winkler nei panni di Arthur “Fonzie” Fonzarelli e Ron Howard in quelli di Richie Cunningham nella sit-com “Happy Days”

Howard ha poi confessato che gli piacerebbe molto tornare a recitare, perché per chi non lo sapesse la star statunitense si è fatta conoscere al grande pubblico grazie al suo ruolo di Richie Cunningham in “Happy Days”, la sit-com di enorme successo in onda tra gli anni ’70 e ’80, ancora oggi nell’immaginario della maggior parte dei telespettatori.

Il regista ha dichiarato di aver preso parte come attore in alcuni progetti, dopo aver intrapreso la carriere dietro la macchina da presa, ma quando nacquero i suoi figli, promise alla moglie che avrebbe passato i momenti di pausa, tra una ripresa e l’altra, con la famiglia.

“Ora che i ragazzi sono cresciuti e hanno abbandonato il nido, mia moglie non vede l’ora di disfarsi di me. Mi ha chiesto: ‘Vorresti recitare?'” ha affermato scherzando Howard, che ha però continuato sostenendo che nel corso degli anni gli sono state realmente proposti dei ruoli in vari film, anche dai fratelli Coen e da Scorsese, offerte che ha dovuto rifiutare a causa dei suoi impegni come regista, ma che ora sembra pronto finalmente ad accettare.

“Passando da un film all’altro, non ho mai trovato il tempo, ma uno di questi giorni farò in modo di trovare un po’ di spazio nella mia agenda.”

E non si può dire che l’agenda di Howard sia vuota; il regista è al momento impegnato con il suo prossimo film “In the Heart of the Sea”, tratto dall’omonimo libro di Nathaniel Philbrick, sull’affondamento della baleniera Essex avvenuto nel 1820. La pellicola è attesa per il 12 marzo 2015 e nel cast ci saranno Chris Hemsworth (ormai iconico volto del Dio nordico Thor per la Marvel e diretto da Howard nel film “Rush”), Cillian Murphy (protagonista di “Red Lights” nel 2012 e ora nei cinema in “Transcendence” con Johnny Depp) e Tom Holland (“The Impossible”, 2012).

In cantiere, dopo aver girato “Il Codice Da Vinci” e “Angeli e Demoni”, Howard ha anche il terzo adattamento ispirato a un’opera di Dan Brown, ovvero “Inferno”, ultima fatica dello scrittore. David Koepp, che ha già lavorato alla seconda trasposizione, si occuperà della sceneggiatura, mentre Tom Hanks vestirà nuovamente i panni dell’esperto di simbologia religiosa Robert Langdon. È atteso per il 18 dicembre 2015.

Recentissimi infine gli annunci del coinvolgimento del regista nei film “Mena”, basato sulla vera storia dell’aviatore e criminale Adler Berriman “Barry” Seal, e “La verità sul caso Harry Quebert”, tratto dal giallo dello scrittore svizzero Joël Dicker.

Molti impegni per l’autore statunitense, che dovrà sudare sette camicie per trovare il tempo da dedicare al suo ritorno davanti la macchina da presa.

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