Pixar: uno sguardo al futuro della fabbrica dei sogni

Era già successo con “Alla ricerca di Nemo” e “Monsters & Co.” e ora il direttore della produzione 3D della Pixar, Josh Hollander, ha rivelato che verranno rilasciate altre due riedizioni in stereoscopia di altrettante opere dirette da Brad Bird: “Gli Incredibili” e “Ratatouille”.

“Proprio in questo momento stiamo lavorando a ‘Gli Incredibili’ che è davvero divertentissimo in 3D. Non sono sicuro di quale sarà la strategia per il suo rilascio. È stata una sfida interessante lavorare sulla tecnologia, perché  mentre il film è stato rilasciato 10 anni fa, la tecnologia è ancora più vecchia, in quanto ci sono voluti 4 anni per realizzarla.”

Riguardo all’edizione 3D di “Ratatouille” ha invece commentato:

“Abbiamo una versione di ‘Ratatouille’ che funziona davvero bene in 3D e stiamo cercando di capire quale possa essere la strategia migliore per il rilascio.”

Parlando di progetti originali, ricordiamo che  i geni creativi sono al momento al lavoro su “The Good Dinosaur”, l’avventura di Arlo, un gigantesco dinosauro dal cuore d’oro, che pone la domanda “Cosa sarebbe successo se l’asteroide che colpì la terra causando l’estinzione delle gigantesche creature, avesse mancato il nostro pianeta?”. La risposta ci verrà svelata il 25 Novembre 2015. Ancor di più dovremo aspettare per assistere al seguito di uno dei maggiori successi della casa di produzione: il 17 giugno 2016 uscirà infatti “Alla ricerca di Dory”, sequel de “Alla ricerca di Nemo”.

Per il momento, la strategia di riproporre i classici in una nuova edizione, punta presumibilmente a riportare al cinema la nuova generazione di ragazzi che non ha avuto la possibilità di godersi questi film nelle sale, aggiungendo il gusto tutto nuovo per la tecnologia 3D più moderna. E seppure c’è molto di commerciale in questa manovra, si deve ammettere che gli esperimenti già affrontati con le altre due pellicole si sono dimostrati riuscitissimi, con una perizia e un livello tecnico ineccepibili, come la buona vecchia Pixar ci ha sempre ben abituati, seguendo sempre il motto del direttore creativo John Lasseter secondo cui: “L’arte sfida la tecnologia, la tecnologia ispira l’arte.”

Pixar: fantasia e tecnologia al servizio dell’arte

Dopotutto, se dovessimo fare un sondaggio, la stragrande maggioranza degli intervistati confermerebbe di aver visto almeno una volta un film della Pixar, adulto o bambino che sia. I film di questa compagnia sono ormai delle vere e proprie pietre miliari nella cultura infantile di oggi. Ogni bambino all’uscita del nuovo lungometraggio animato non sta più nella pelle e cerca in tutti i modi di trascinare i propri genitori al cinema e questi ultimi, c’è da dire, si lasciano convincere piuttosto facilmente; perché questa è la grande magia della casa di produzione con base a Emeryville, in California: raccontare storie che sappiano toccare i cuori di tutti, indipendentemente dall’età. L’essere umano vive di emozioni, di empatia e sente spesso il bisogno di risvegliare il suo lato creativo, immaginifico e curioso, e proprio per questo si lascia rapire quando si spengono le luci nelle sale cinematografiche, quando un artista dipinge sulla tela, quando un musicista suona il suo strumento o uno scrittore proclama i propri versi. Ognuno di loro racconta una storia, la propria storia e lo fa a modo suo, riversandoci dentro parte di sé. E la Pixar, autentico sposalizio di tutte le arti, fa lo stesso: con le musiche intense, in grado di farci vibrare a ogni nota; le animazioni digitali, capaci di far sfiorare la realtà alle loro creazioni di pura fantasia e soprattutto grazie ai personaggi e alle loro storie, ognuna diversa dall’altra eppure tutte così vicine a noi. Ed è forse per questo che uscendo dal cinema, vorremmo tanto portare una parte di film con noi a casa ed è ciò che, spesso inconsciamente, facciamo; perché dopo aver visto “Toy Story” almeno un bambino ha sognato a occhi aperti di poter vedere i suoi giocattoli preferiti animarsi e parlare con loro, tutti hanno controllato nei loro armadi sperando di trovarci dentro un mostro magari un po’ bruttino, ma in fondo buono come in “Monsters & Co.” e alla vista di un pesciolino in un acquario ci siamo chiesti quali mille avventure avrà vissuto prima di ritrovarsi lì dentro e se c’è magari qualcuno che lo sta cercando nell’oceano, proprio come il pesce pagliaccio Marlin era sulle tracce di suo figlio ne “Alla ricerca di Nemo”.  E allo stesso modo ci rendiamo conto che “diversità” non è sinonimo di “sbagliato” e che tutti abbiamo diritto ai nostri sogni (come il piccolo topolino Rémy in “Ratatouille”), che se lo vogliamo davvero, c’è sempre una possibilità di riscatto (come a comprenderlo è l’intera umanità in “Wall-E”) e come anche nei momenti più bui, quando non abbiamo nemmeno più la forza di vivere, possiamo essere riconquistati dalla speranza, come l’anziano Carl in “Up”.

La Pixar è tutto questo: portatrice delle chiavi di nuovi mondi, di cui ci spalanca i cancelli facendoci sentire viaggiatori privilegiati di un universo straordinario da cui poi usciamo rinvigoriti e maturati; e nuovamente coscienti di valori che troppo spesso dimentichiamo, ringraziamo la Pixar, capace di farci sentire bambini e adulti assieme, preservando la nostra innocenza e al contempo mettendoci a contatto con la realtà, un’esperienza che, secondo il poeta inglese William Blake, deve avvenire in modo personale, attraverso le proprie scoperte.

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