In una recente intervista lo scozzese Mark Millar, scelto dalla 20Th Century Fox scelto come consulente per i cinecomic, ha parlato del franchise che lega gli X-Men, dai primi film diretti da Bryan Singer fino al nuovo X-Men: Days of Future Past, ma andiamo subito a scoprire l’intervista:
Allora, parlo da normale fan: tutto questo è davvero emozionante! Il primo X-Men ha lanciato la moderna ondata di cinecomic che abbiamo amato nel corso del primo decennio del duemila, dopo alcune robe davvero terribili viste negli anni novanta. Veder tornare Bryan Singer a quel mondo che lui stesso ha lanciato è appropriato. X2 è uno dei migliori film sui supereroi che si siano mai visti.
Malgrado l’articolata mitologia della pellicola, Millar non esprime alcuna preoccupazione:
Fino a quando una cosa viene fatta bene, e in questo caso so che è così, perché dovrei preoccuparmi? Ho fatto un sacco di meeting, ho parlato a lungo con tutte le persone coinvolte e tutto mi pare filare liscio. Non è più complicato di un Terminator o di qualunque altra storia basata sui balzi temporali. A parte questo è tutto nella norma. E’ davvero difficile per me parlare di questa cosa senza fare spoiler, ma Matthew Vaughn, il tizio che con 28 milioni di dollari ha fatto un film come Kick-Ass che pare esserne costati 78, è una persona di cui mi fido completamente quando si tratta di roba come questa. E anche lo sceneggiatore Simon Kinberg ha fatto un lavoro straordinario.
Sulle delusioni di X-Men 3 e X-Men: Le Origini – Wolverine, anche Millar condivide l’opinione comune secondo i quali buona parte del loro fallimento è motivato dall’overdose di personaggi:
Ricordo che quando stavo scrivendo Ultimate X-men la gente mi diceva “Voglio vedere Gambit! Voglio vedere Rogue! Vogli vedere…”. Ognuno aveva la sua lista. All’inizio vorresti compiacere tutti, ma poi capisci che inserire dieci cammei secondari non fa contento nessuno. Questo è il più grande problema di X-Men 3 e Wolverine (…) Negli anni novanta l’universo degli X-Men era davvero contorto e Bryan ha dato una doverosa sforbiciata. Mi piacerebbe mantenere questo approccio. Quindi se inseriremo un personaggio non sarà per avere delle foto diffuse online o per far surriscaldare i fan con i trailer, bensì per delle effettive motivazioni narrative. Il trucco è mantenere un cast snello e dare importanza a ognuno di loro.
Nell’arco narrativo Giorni di un futuro passato del 1981, ambientato in un futuro alternativo distopico in cui gli USA sono dominati dalla Sentinelle e i mutanti vivono in campi di concentramento, un’adulta Kitty Pryde torna indietro nel tempo e impedisce un assassinio causato dalla Fratellanza che scatenerà una catastrofica isteria anti-mutanti. La trama alterna scene nel futuro e nel presente.
Fonte | BadTaste