Prima che Christopher Nolan facesse prepotentemente il suo ingresso a Hollywood e si dedicasse ai viaggi interstellari, l’allora giovane regista dovette partire da progetti più piccoli. Uno dei suoi primi film fu The Prestige, tratto dall’omonimo romanzo di Christopher Priest.
In un’intervista con un sito francese, Priest ha rivelato alcuni dettagli riguardo lo sviluppo dell’adattamento che vedeva protagonisti Christian Bale e Hugh Jackman.
“Avevamo tre offerte. Una era da parte di Sam Mendes, che aveva appena fatto American Beauty; era proprio in quel periodo. Il giorno in cui sentii Mendes, American Beauty aveva ricevuto sette nomination agli Oscar e finì per vincerne cinque, tra cui Miglior Film. Perciò era un’offerta eccezionale. Sarebbe stato il suo prossimo film dopo American Beauty, quindi ero molto entusiasta. Questa voce arrivò a Nolan e a sua moglie, che è il suo produttore, e ricevetti un messaggio, un’email o qualcos’altro che diceva ‘Una moto sta arrivando da te; non decidere niente!’. Così un’ora dopo arriva una moto a casa mia e mi viene data una VHS; questo per farvi capire quanto tempo è passato da allora – una VHS di Following (primo lungometraggio diretto da Nolan n.d.a.) – e c’era un messaggio con su scritto ‘Guarda questo film e prova a immaginare cosa potrebbe fare il regista con i mezzi di Hollywood’. Così guardai il film e rischiai decidendo che Nolan avrebbe probabilmente fatto un buon lavoro. Così scelsi Nolan al posto di Mendes. Non penso che lo sappia.”
Il tutto sembrerebbe essersi concluso nel migliore dei modi, tant’è che lo stesso Priest si è detto molto soddisfatto della trasposizione. “Penso che sia probabilmente il suo film migliore assieme a Memento. Dei film che ha fatto, quei due sono eccelsi.” Tuttavia, l’atteggiamento dell’autore nei confronti di Nolan cambia radicalmente quando gli viene chiesto cosa pensa degli altri film del regista e in particolare della trilogia sul Cavaliere Oscuro.
“Non mi piacciono i suoi altri lavori; credo che siano vuoti e mal scritti. Voglio dire, ho dei bambini a cui piacciono i supereroi e pensano che i film di Batman siano noiosi e pretenziosi. Gli piacciono cose come Avengers e Iron Man perché sono divertenti.” ha commentato Priest. Sull’approccio che Nolan ha riservato al paladino di Gotham, l’autore ha dichiarato: “È un errore prendere un supereroe e dargli un realismo psicologico. Non c’è nessun realismo psicologico. È un bodybuilder che salta dai tetti. Mi dispiace ma questa faccenda mi prende molto.”
Secondo Priest, la reazione della gente è una prova dell’approccio sbagliato di Nolan verso i cinecomic e afferma di aver visto persone annoiate e distratte durante questi film ed essere coinvolti solo durante le scene d’azione. “E di tanto in tanto il tizio salta da un palazzo con una corda e la gente lo guarda e grida ‘Woo!”. Poi perdono interesse. Per me, questa è un’enorme mancanza di giudizio, che Nolan abbia fatto questi film di supereroi. Ne sono assolutamente convinto.”
Dopo questa tirata d’orecchie, Priest ci tiene a dare un consiglio a Christopher Nolan: “Quello che sta cercando di fare è diventare una sorta di Stanley Kubrick moderno. Penso che funzionerebbe di più se cercasse di essere un moderno Alfred Hitchcock. Un regista capace di girare film ben fatti come Memento e The Prestige. E questi blockbuster sono semplicemente imbarazzanti, credo. Non ho ancora visto l’ultimo.”
Un giudizio piuttosto chiaro, insomma. Christopher Nolan farebbe meglio a tornare a film meno mastodontici, prendendosi una pausa dai blockbuster. La trilogia su Batman realizzata da Nolan ha in un certo senso cambiato il modo di concepire i cinecomic, nel bene o nel male. Molti fan hanno apprezzato il lavoro svolto dal regista, che avrebbe ridato al supereroe quella dignità di cui il personaggio era stato privato dai film di Joel Schumacher. Che l’operato di Nolan sia o meno apprezzato, si tratta perlopiù di un discorso soggettivo, ma rivedere Christopher Nolan tornare alle origini non sarebbe affatto una cattiva idea. Spesso, con budget minori e mezzi ridotti, la creatività ha la meglio. Dopotutto, non servono necessariamente i miliardi per fare un buon film. Che Nolan raccolga la sfida?