Un vero e proprio trionfo quello de La grande bellezza di Paolo Sorrentino agli Efa, gli European Film Awards, che sono stati consegnati sabato scorso a Berlino. La pellicola, infatti, è riuscita a strappare ben 4 di quei premi così prestigiosi tanto da essere conosciuti come gli Oscar europei.
Il regista napoletano, dopo la “sconfitta” all’ultimo Festival di Cannes, non si aspettava assolutamente di vincere, tant’è che Toni Servillo, l’attore protagonista che interpreta uno strepitoso Jep Gambardella, poche ore prima della premiazione, aveva dichiarato alla stampa: “Esiste, evidentemente, una qualità italiana che all’estero sanno riconoscere”, quasi a giustificare il fatto che alla Croisette non fosse stata resa giustizia al lungometraggio made in Italy.
La grande bellezza, infatti, ha spaccato in due la critica internazionale, come hanno chiaramente dimostrato gli incassi: in Italia ha riscosso in totale 7 milioni di euro, mentre negli Stati Uniti, durante l’esordio newyorchese, un solo cinema è riuscito ad ottenere 23mila dollari.
Ma se la Francia ha bocciato, l’Austria rende onore, e lo fa con la lode, tanto che la pellicola diventa il miglior film europeo. Ma non solo: Sorrentino vince con la miglior regia, Servillo come miglior attore e Cristiano Travaglioli come miglior montaggio. Berlino si inchina a La grande bellezza che non si limita a offrire uno scorcio sulla capitale italiana, ma mostra in tutte le sue sfaccettature la fatica di vivere. “Anche se parla di Roma, abbia un linguaggio universale e infatti, oltre che in Italia, è andato bene nelle sale della Germania, della Francia, dell’Olanda… Se si batte la strada del coraggio, le soddisfazioni possono essere molto più ampie”: così commenta il regista, che non ha potuto essere presente agli Efta perché impegnato in Marocco al Marrakech Film Festival, di cui è membro della giuria presieduta da Martin Scorsese.
Un riconoscimento inaspettato, vista la concorrenza di tutto rispetto: La migliore offerta di Giuseppe Tornatore (a cui è andato il premio di miglior compositore a Ennio Morricone, ndr), Blanacanieves di Pablo Berger, The broken circle breakdown di Felix van Groeningen, Oh boy di Jan Ole Gerster e Vita di Adele, di Abdellatif Kechiche, Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes.
La vera sfida sembra essere stata nel saper raccontare nel modo giusto l’Italia di oggi, impresa che Sorrentino sembra aver saputo superare brillantemente descrivendo il senso di confusione e smarrimento che caratterizza la contemporaneità. Lusso sfrenato, bella vita, successo all’apice: questo accomuna i vari personaggi del film che, sullo sfondo di una Roma che non è più vista come città affascinante immersa nella bellezza di un passato di tutto rispetto, ma come siparietto trash di episodi di vita squallidi e vergognosi in cui prevalgono solo ossessione e apparenza.
Il saper mettersi in gioco e il riuscire a mostrare uno spaccato di attualità sul grande schermo è stato inoltre definito da Giampaolo Letta, vice presidente e amministratore delegato di Medusa Film, “un orgoglio italiano in un evento internazionale tanto importante”. E c’è già chi è pronto a scommettere sull’Oscar, ma Sorrentino, scaramantico doc, preferisce non pensare ancora al 2 marzo, data in cui verranno assegnate le tanto ambite statuette. Chissà che una non la ottenga proprio l’Italia inedita, geniale e allo stesso tempo decadente, de La grande bellezza.
Di seguito l’annuncio della vittoria del film e la premiazione: