Questo connubio si preannuncia senz’altro tra i più interessanti.
La HBO da un lato – celebre emittente televisiva statunitense, popolare per la sua programmazione basata sul cinema e soprattutto sulle serie televisive (tra i suoi palinsesti – per intenderci – dilagano e raccolgono entusiasmo, ormai dalla prima metà degli Ottanta, alcuni fra i titoli originali più interessanti e più seguiti degli ultimi anni, dall’epocale Sex and the city alla sua erede più recente Girls, dalla saga vampiresca ed horror di True blood, alla quella visionaria e drammatica di Six Feet Under, dalla storica I Soprano fino alla psicoanalitica In treatment e alle avventure fantasy de Il trono di spade) – e Bruce Springsteen dall’altro, immensa voce e chitarra statunitense che ormai dalla Seconda metà degli anni Settanta riempie gli stadi con la sua musica rock. Nel 2008 la rivista Times l’ha inserito nell’elenco delle cento persone più influenti al mondo, il critico musicale Jon Landau già nel maggio 1974 profetizzava: “Ho visto il futuro del rock e roll e il suo nome è Bruce Springsteen.”
Nel mezzo si insinuano l’atmosfera, l’energia e i pezzi di High hopes, l’ultimo (e diciottesimo) album registrato in studio dal boss e uscito anche in Italia lo scorso gennaio. Una ultima fatica che ha già raggiunto in questi due mesi la prima posizione nelle classifiche dei cd più venduti e più ascoltati di ben 20 paesi.
E così il prossimo 4 Aprile la HBO trasmetterà il documentario Bruce Springsteen’s High Hopes che, in una sorta di diario di bordo per immagini, regalerà ai numerosissimi fans la cronaca del “making of” dell’ultimo lavoro del musicista del New Jersey.
Sarà un mediometraggio di circa trenta minuti e l’ha diretto il regista Thom Zimny: un mix di rarità, riprese dietro le quinte e di momenti rubati durante le prove (vedremo infatti Bruce e la sua inseparabile “E Street Band” suonare ai SIR Studios, in Sud Africa e provare durante l’anteprima del suo tour in America).
E non è tutto: il classico cinema “del dietro le quinte” sarà intervallato da interviste: a lui – al Boss – e ai suoi musicisti. Tra questi Tom Morello, che ha collaborato alla definizione dei suoni in questo ultimo lavoro e già chitarrista dei Rage Against the Machine. Sia lui che Bruce raccontano il loro incontro; Morello si è aggregato al gruppo durante il tour australiano del 2013 e da allora lui e Springsteen hanno iniziato a confrontarsi e a lavorare sulle prime idee che poi sarebbero confluite in questo ultimo album.
Già nel 2010 la HBO aveva trasmesso il documentario The Promise: The Making Of Darkness On The Edge Of Town, sempre diretto da Zimny; il film di un intero concerto del memorabile tour del 1978. Come ha dichiarato Richard Plepler, uno dei presidenti della HBO in merito a questo precedente documentario (capace proprio di mostrare tutti gli aspetti e le sfumature del live di un musicista trascinante come Springsteen):” Il fatto che questo filmato sia stato girato in una sola sera, in una lontana data di una stagione di concerti ormai storiche e che nessuno lo abbia mai visto per oltre 30 anni è semplicemente straordinario “.
Dopo la prima visione il documentario Bruce Springsteen’s High Hopes verrà mostrato molte altre volte nella settimana successiva fino al 10 aprile, giorno in cui finalmente Bruce e la “E Street Band” sbarcheranno nella “Rock and Roll Hall of Fame” al Barclays Center di Brooklyn e riceverà il prestigioso premio ”Award for Musical Excellence”. Anche la cerimonia sarà poi trasmessa sui canali HBO nel mese successivo.