Festival di Roma 2013: intervista a John Hurt

Ospitato proprio ieri, sabato 9 novembre, all’ottava edizione del Festival di Roma 2013, il popolare attore inglese John Hurt, comparso come protagonista o co-protagonista in pellicole memorabili come “The Elephant Man” (1980), per la quale ottenne una nomination all’Oscar, “Rob Roy” (1995), “Wild Bill” (1995), “Harry Potter e la pietra filosofale” (2001), “V per Vendetta” (2005), “Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo” (2008) e naturalmente “Snowpiercer” (2013), attualmente presente tra i film proiettati al festival, ha avuto l’opportunità di dialogare con il pubblico in sala, rispondendo alle tante domande postegli dai giornalisti, e quello che ne è uscito fuori, è un meraviglioso e sfaccettato ritratto di un uomo e di un artista, capace di cimentarsi sia in ruoli impegnati sia in quelli d’intrattenimento, riuscendo con le sue parole e con il suo savoir faire, a calamitare l’attenzione di tutti.

La lunga intervista è così partita dall’ultima sua interpretazione, quella di Gilliam in “Snowpiercer“, storia ambientata nel 2031, dove un gruppo di sopravvissuti ad una nuova era glaciale, per continuare a resistere alle proibitive temperature, si rifugia all’interno di un treno chiamato appunto “Snowpiercer“, che viaggia procurandosi energia tramite un motore perpetuo. All’interno del mezzo di trasporto però, i passeggeri sono divisi in classi sociali, con i poveri relegati nelle carrozze più fredde e al termine del treno, mentre i ricchi occupano i vagoni anteriori e più caldi. Tutto ciò scatenerà quindi una rivoluzione senza precedenti. In merito al film, e in particolare al regista, Bong Joon-Ho, John Hurt ha affermato che lavorare con lui è stato un privilegio, essendo un vero professionista che sa quello che vuole, che non ha bisogno di girare una scena tante volte, perché sa già cosa deve apparire sullo schermo.

Proseguendo nel discorso, Hurt ha detto che al tempo del casting, non comprendeva perché avessero scelto lui per incarnare Gilliam, un uomo con difficoltà motorie appartenente al manipolo dei passeggeri poveri, mentre sull’attrice Tilda Swinton, la temibile Mason, colei che sul treno decide di dividere i viaggiatori in poveri e ricchi, non ha potuto che elogiare le sue qualità recitative. Per quanto riguarda invece gli inizi attoriali di John Hurt, l’uomo ha fatto sapere che tutto è cominciato dalle recite scolastiche, e dal fortunato trampolino di lancio che gli è stato offerto dalla Royal Academy, che l’ha poi fatto arrivare dov’è ora. Inoltre, John Hurt ha asserito con convinzione che in futuro gli piacerebbe lavorare con Lars Von Trier e Jim Jarmusch, perché loro sono davvero i suoi registi preferiti.

Infine, l’intervista si è conclusa con John Hurt che ha discusso sul concetto di metodo, immedesimazione dell’attore nel personaggio, e differenza fra teatro e cinema, dicendo che è lo stile di un film a determinare un certo tipo di character, che non c’è un metodo in quanto l’attore deve saper improvvisare e soprattutto affidarsi all’immaginazione, e che il teatro non morirà mai perché è una cosa viva, dal momento che prende materialmente corpo davanti agli occhi dello spettatore, il cinema questo non lo potrà mai fare, anche se rimane l’invenzione più bella ed appassionante del mondo.

Qui sotto eccovi riproposto il trailer del film che ha reso John Hurt indimenticabile… La pellicola è “The Elephant Man“:

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