Di zombies al cinema se ne sono visti di tutti i colori, dimensioni e tipologie. Grandi saghe come quella di “Resident Evil” hanno avuto un successo planetario, sebbene gli ultimi film abbiano lasciato parecchio a desiderare, senza nulla togliere alla volitiva Milla Jovovich alias Alice l’indistruttibile.
Solo nell’anno appena trascorso abbiamo potuto vedere al cinema “Warm Bodies”, tratto dal libro di Isaac marion e “World War Z”, anch’esso tratto da un romanzo, scritto da Max Brooks, figlio del più noto Mel. La pellicola con Brad Pitt non è riuscita, purtroppo, a replicare l’originalità del libro, sebbene sia comunque un film godibile per tutti gli appassionati del genere.
Parlare di questi film, però, è troppo facile e forse un tantino trito… Per questo motivo le opere cinematografiche che voglio proporvi, non sono i classici lungometraggi main stream girati con budget spropositati ma una serie di piccole produzioni, alcune decisamente datate, che vi faranno venir voglia di approfondire la vostra conoscenza dei divoratori di carne umana.
E al grido: “Si salvi chi gore!”, diamo inizio a questa horror parade.
1 – La Saga dei Templari Resuscitati Ciechi
Se cercate una serie di film sui morti viventi originale, la saga dei Resuscitati Ciechi è ciò che fa per voi. Composta da ben quattro film, narra delle sanguinose gesta compiute da un manipolo di templari che rinnegano la loro fede dopo aver conosciuto la magia nera nelle terre d’Oriente. Resi ciechi e condannati all’impiccagione, i crociati rinnegati tornano in vita ogni notte (muniti di cavalli, come si conviene a dei cavalieri…) perpetrando i loro rituali sacrileghi. I film, diretti dal regista spagnolo Amando de Ossorio (La Coruna, 6 aprile 1918 – Madrid, 13 gennaio 2001), ebbero un discreto successo, in particolar modo il secondo, uscito nel 1973 e intitolato “La Cavalcata dei Resuscitati Ciechi”. Completano la serie “Le Tombe dei Resuscitati Ciechi” (1971), “La Nave Maledetta” (1974) e “La Notte dei Resuscitati Ciechi” (1975).
2 – “Re-Animator”
Vi piacciono gli scienziati pazzi e simili? Allora i tre film della serie fanno al caso vostro. Tratti da un racconto del 1922 dello scrittore H.P. Lovecraft dal titolo “Herbert West Rianimatore”, le pellicole narrano della discesa verso la follia di un giovane studente di medicina (Jeffrey Combs), ossessionato dall’idea di poter riportare in vita i morti. La sua mente geniale lo conduce verso il successo e riesce a creare una sorta di siero in grado di resuscitare i tessuti inanimati ma, come ogni esperimento horror che si rispetti, qualcosa va storto. Dopo aver testato il suo intruglio su alcuni cadaveri, West si rende conto di non essere in grado di controllarli e, come si suol dire, il resto è storia. Il primo film, intitolato “Re-Animator”, uscì nel 1985 e venne diretto da Stuart Gordon mentre i due sequels, “Re-Animator 2” (1991) e “Beyond Re-Animator” (2001) videro dietro la macchina da presa Brian Yuzna (“il Ritorno dei Morti Viventi III”, 1993). Per qualche tempo, si parlò di un reboot della serie in 3D ma il progetto pare essersi arenato irrimediabilmente.
3 – “Splatters – Gli Schizzacervelli”
L’anno è il 1992 e Peter Jackson, futuro regista della Trilogia dell’Anello, è al suo terzo lungometraggio. Sicuramente, Jackson si sarà posto un’annosa domanda: come rendere memorabile un film horror in stile b-movie? Semplice, utilizzando all’incirca 500 litri di sangue finto e girando una scena della durata di 15 minuti nella quale il protagonista è costretto a far fuori un’orda di zombies con un tagliaerba. Pulp, molto pulp. Pure troppo… Ebbene, Lionel, vive la sua vita angariato da una madre castrante e l’unica via di fuga possibile da una tale, triste realtà si presenta con le sembianze di una fanciulla invaghita di lui, Paquita, ma soprattutto di una scimmia-ratto maledetta che morde la mammina e la trasforma in uno zombie…
4 – “Plaga Zombie – Zona Mutante”
Ed ecco un’altra chicca proveniente, questa volta, dall’Argentina. Pablo Parés e Hernan Saez dirigono nel 2001 questo splatter a bassissimo budget (appena 600 dollari…) e interpretano due dei personaggi principali. Questa volta, l’epidemia zombie arriva dallo spazio. Sì, perché a contaminare gli abitanti di una tranquilla cittadina statunitense è un virus sperimentale creato dagli uomini grigi (quelli in stile Roswell, per intenderci). Lo studente di medicina Bill Johnson, l’ex wrestler John West e il nerd Max Giggs, si ritrovano accerchiati da un’orda di esseri affamati di carne umana e saranno proprio loro a salvare l’umanità… O no? Nella pellicola, uscita nel 2001, sono da segnalare una serie di scene in puro stile splatter, tra le quali quella in cui uno zombie annaffia di feci Bill usando il suo intestino come idrante. Non adatto a stomaci deboli… Da segnalare che nella versione italiana ci sono scene inedite non incluse nel montaggio argentino.
5 – “Shaun of the Dead – L’alba dei Morti Dementi”
Primo lungometraggio della Trilogia del Cornetto ai Tre Sapori (non è uno scherzo…) del regista inglese Edgar Wright, al quale hanno fatto seguito “Hot Fuzz” (2007) e “La Fine del Mondo” (2013), “Shaun of the Dead” (2004), non poteva mancare in questa rassegna di pellicole alternative sui non morti. Il protagonista indiscusso di tutti e tre i film è Simon Pegg che molti ricorderanno per aver impersonato Scotty nei reboot di Star Trek diretti da J.J. Abrams. Pegg, in questo primo capitolo, interpreta Shaun, un depresso commesso di un negozio di elettrodomestici che si trova a combattere per sopravvivere. Lui, il suo migliore amico Ed, la sua fidanzata Liz ed alcuni altri sopravvissuti si rifugiano in un pub e lì resistono fino alla fine di quella folle giornata. SPOILER: La genialità del film sta proprio nel finale nel quale gli zombies, ormai sotto controllo, vengono usati per intrattenere il pubblico in reality show ad hoc mentre in tutto il Regno Unito vengono create leghe per la difesa dei loro diritti (Chris Martin e Johnny Buckland dei Coldplay vengono intervistati in occasione di un concerto organizzato proprio in favore dei diversamente vivi…). Il messaggio del film va ben oltre il pretesto narrativo…
6 – “Zombie Self-Defence Force – Armata Mortale”
E adesso, dalla terra del Sol Levante, una perla del 2006. Diretto da Naoyuki Tomomatsu, il film ha per protagonista un gruppo di militari, una idol (starlette in stile Japan), uno yakuza e i proprietari di un albergo. Tutto si svolge in un bosco nel quale precipita un disco volante che emana un’onda verde capace di resuscitare i morti. E poi… il caos. Sangue e mutilazioni si sprecano, come saprà chiunque abbia anche solo un’idea dei film splatter alla giapponese… Per tutti gli appassionati di katane e scene gore. Dulcis in fundo, vi faccio una domanda: con che arma potrà mai difendersi un feto zombie?
7 – “Zombie Strippers”
Menzione d’onore per questo film del 2008. Per renderlo interessante e degno di essere visto (oltre al titolo che lascia presagire la presenza di scene hot…) basta menzionare i due protagonisti principali: Mr. Nightmare, Robert Englund e la pornostar Jenna Jameson. Anche qui, un virus creato in laboratorio ci mette lo zampino. Il virus in questione, fortemente voluto da George W. Bush al suo quarto mandato (gulp…), dovrebbe servire per far resuscitare i soldati morti e spingerli a combattere ancora ma, sfuggito al controllo degli scienziati, come da tradizione, viene diffuso nella società civile. Particolare caratteristica del virus è che fa più effetto sulle donne… E qui entrano in gioco le spogliarelliste: Kat (Jenna Jameson) viene contagiata ma, fame di carne umana a parte, la malattia la rende una bomba sexy capace d’ipnotizzare i clienti del locale di proprietà di Ian (Robert Englund) che, fiutato l’affare, sfrutta la sua zombie-stripper e diffonde volutamente il contagio per arricchirsi…
Al di là della comicità, dei litri di sangue e delle trame assurde, da sempre i film sugli zombies hanno voluto essere di più che semplici horror movies configurandosi come vere e proprie critiche nei confronti di una società che sfrutta ogni possibile fonte di guadagno, che spettacolarizza la tragedia e che è sempre più sorda ai bisogni dell’individuo, complice una tecnologia che è “social” solo sulla carta…
Molti si chiederanno perché non abbia citato George Romero e la risposta è semplice: non ce n’era bisogno. Ogni lungometraggio dedicato ai non morti, è stato in qualche modo ispirato dalla sua opera e ha mantenuto lo stesso spirito ribelle.
Guardando un film sugli zombies bisogna andare al di là del sangue finto e del trucco perché gli occhi spenti che vi fissano dallo schermo, sono i vostri stessi occhi.
Siamo tutti non morti. O forse, non vivi…