DreamWorks Animation si svende al Giappone?

Seppure non confermata, la notizia giunge da una fonte interna di Variety, secondo cui la DreamWorks Animation, colosso dell’animazione insieme a Disney, Pixar e Studio Ghibli, starebbe negoziando con la giapponese SoftBank per cedere la compagnia.

La DreamWorks Animation avrebbe tenuto una riunione d’emergenza nella giornata di giovedì per considerare l’offerta; nel caso venisse accettata, Jeffrey Katzenberg (fondatore e CEO della società) firmerebbe un contratto di 5 anni per rimanere all’interno del progetto. L’offerta è sicuramente allettante, in quanto la casa giapponese avrebbe messo sul tavolo 32 dollari per ogni azione della DreamWorks Animation, quando il valore delle singole azioni si aggirerebbe sui 22 dollari.

Un portavoce dello studio d’animazione ha dichiarato: “Non rilasciamo commenti riguardo rumor e speculazioni.” Il silenzio, tuttavia, fomenta molto spesso le voci già in circolazione, a cui si aggiunge quella secondo cui Nikesh Arora, ex dirigente di Google unitosi alla SoftBank nel mese di luglio, avrebbe fatto da tramite fra la DreamWorks Animation e la sua nuova compagnia, all’interno della quale ricopre il ruolo di capo in una sezione tutta nuova: la SoftBank Internet and Media Inc.

In verità, Katzenberg sarebbe alla ricerca di un acquirente da tempo ormai, più o meno da quando nel 2004 la sezione animazione si divise dai DreamWorks Studios, entrando nel pubblico mercato. C’è da dire che da quel momento la DreamWorks Animation ha vissuto alti e bassi, alternando successi incredibili a cocenti delusioni; questo continuo ondeggiare avrebbe portato i dirigenti a considerare sempre la prospettiva di una futura cessione. Proprio le uscite nel 2014 della compagnia, distribuite da 20th Century Fox, non hanno affatto brillato: Mr. Peabody & Sherman ha incassato 273 milioni di dollari nel mondo, senza raggiungere le vette tanto ambite; forse ancor più deludente, nonostante i 611 milioni di dollari raccolti in estate, è stato l’esito di Dragon Trainer 2, considerato l’asso nella manica ma che non è riuscito a soddisfare le aspettative riposte.

La SoftBank sa sicuramente come muoversi, basti pensare che recentemente ha investito 20 milioni di dollari nel gigante informatico cinese Alibaba, il cui valore attuale ammonta a minimo 60 miliardi di dollari. Cosa vorrebbe dire per la DreamWorks Animation accettare la proposta di una compagnia straniera del genere? Il suo tocco, le sue menti creative si perderebbero per strada? Non sono un’esperto di economia, ma spero che lo studio non sia davvero così in pericolo da doversi svendere. Nessuno può dire cosa riserverà il futuro, ma una tale decisione segnerebbe sicuramente il destino di una delle migliori case d’animazione presenti oggi.

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