Alieno, Peter Pan, professore, selvaggio, tata, dottore, presidente; ricordando Robin Williams

Oggi, siamo ancora davanti ad un triste momento nella storia del cinema e anche a livello personale, con la perdita del grande Robin Williams; grande attore ma anche e soprattutto grande uomo, che ognuno di noi, per qualsiasi motivo si porta nel cuore.
Ha fatto parte della vita di molte generazioni, dall’indimenticabile alieno Mork in Mork & Mindy (come non ricordare le dita a formare la V e il motto “Nano, nano“?) che gli diede notorietà internazionale e che lo aiutò ad imporsi come brillante attore comico.
Il suo primi rilevanti lavori cinematografici risalgono a Popeye – Braccio di Ferro e Il mondo secondo Garp, cimentandosi in ruoli comici, alla fine realizzati in gran parte dalla sua brillante improvvisazione; dote che non lo abbandonerà mai.
La sua vera ascesa all’olimpo del cinema avviene tra il 1987, con Good Morning Vietnam di Barrly Levinson, impersonando un aviere americano, arrivato in Vietnam, che lavora in una radio locale, ascoltata dai soldati impegnati in guerra(di cui vince un Golden Globe e si guadagna una nomination agli Oscar come migliore attore) e 3 anni dopo con l’indimenticabile L’Attimo Fuggente, dove interpreta il brillante professore John Keating, che insegna ai suoi alunni l’importanza delle parole Carpe Diem (si guadagna la seconda Nominaton all’Oscar per il miglior attore); due film che gli fanno assumere un grande salto di qualità dinanzi alle critiche, dimostrando di essere un abile attore, anche in vesti non comiche.
Da citare poi La leggenda del re pescatore, per la regia di Terry Gilliam, che vede ancora nelle vesti di un professore, ma questa volta alla ricerca del Sacro Graal.
Dal 1991, svolge anche ruoli in film per bambini, come Hook – Capitano Uncino, a fianco di Dustin Hoffman, nel 1992 diventa il proprietario di un negozio di giocattoli in Toys – Giocattoli; sempre in quell’anno, diventerà anche doppiatore del Genio in Aladdin, del quale la maggior parte delle sue battute furono improvisate.
Mentre nel 1993 diventerà la tata che tutti vorrebbero, ovvero il brillante film Mrs. Doubtfire, due anni dopo diventerà il selvaggio protagonista, incastrato nel tempo, nel fantastico film Jumanji.
Da ricordare la vittoria dell’Oscar come miglior attore non protagonista per Will Hunting – Genio Ribelle, del 1997, e le pellicole drammatiche come Al di là dei sogni, Patch Adams e L’uomo bicentenario.

Dopo una serie di film thiller come Insomnia e  The final cut, recentemente ha svolto ruoli di tipo comico e leggero, come il presidente Teddy Roosvelt in Una Notte al Museo (di cui Williams aveva finito la realizzazione del terzo capitolo), oppure il sacerdote in Licenza di Matrimonio, dopo aver preso parte a film brillanti come L’uomo dell’anno e August Rush – La musica nel cuore.

Ma lui era anche una persona eccezionale, dal grande e buon cuore; pochi sanno come abbia contribuito economicamente alla ricerca e assistenza per i disabili e malati tetraplegici, elargendo milioni di dollari alla fondazione voluta dal grande amico Christopher Reeve (il Superman degli anni ’80, che rimase paralizzato dal collo in giù per una orribile caduta da cavallo) e di come gli sia stato accanto, applicando la risoterapia con lui, in prima persona.

Grande attore di cinema, iniziato dal teatro e dal suo diploma alla Julliard School, e soprattutto grande uomo dal cuore immenso, generoso, cordiale e con sempre la battuta pronta a risollevare gli spiriti, lascerà un grande vuoto in tutti noi insieme alla nostalgia che proveremo quando ci capiterà di vedere un suo film.
E come ha detto la moglie Susan, in una nota, ricordiamo Robin per gli “innumerevoli momenti di gioia e di risate che ha dato a milioni di persone“.

Articolo di Mara Siviero

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