Il regista Abel Ferrara (Il cattivo tenente) ha appena terminato le riprese del biopic sul regista italiano intitolato semplicemente Pasolini, interpretato dal William Dafoe, in cui si ripercorrono le ultime ore di quella vita che ha reso Pasolini un colonna portante per il cinema italiano per cui è riconosciuto a livello mondiale, ma allo stesso tempo vissuta seguendo determinati principi e ideologie durante uno dei periodi più neri del nostro paese, che lo hanno portato ad una morte ancora irrisolta. Ferrara ha rilasciato una dichiarazione molto diretta, forse troppo, che lascia sconcerto e perplessità, “So chi è stato ad uccidere Pasolini“. Se si tratti di una deduzione derivante dalle sue ricerche per la realizzazione del film o di un tentativo pubblicitario, questo è ancora da chiarire. Alla dichiarazione è seguito il commento di Guido Mazzon, cugino del regista, “spero che quanto sostenuto con tanta certezza dal regista americano sia vero, perchè non possiamo sopportare altre speculazioni infondate“, da non dimenticare infatti in questa delicata vicenda, la famiglia di Pasolini, che da anni lotta per riaprire il processo.
Il corpo di Pier Paolo Pasolini fu ritrovato nella zona dell’Idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975, venne ripetutamente percosso e investito più volte dalla sua stessa auto, una morte truce difficile da dimenticare, che già nell’immediato è stata oggetto di critiche e accuse. Un gruppo di persone intorno al corpo, e addirittura ragazzini che giocavano a calcio nel campetto vicino, hanno compromesso sia gli elementi di indagine sul luogo del delitto, sia la credibilità del lavoro svolto dagli agenti che si stavano occupando del caso. Nel corso dei processi aperti più volte, comparivano nuovi sospetti, ipotesi, testimoni contraddittori che hanno generato in quasi 40 anni tante domande e poche risposte per una morte che tutt’ora rimane un mistero.