Se si pensa a film come The Interview e American Sniper (recentemente ritirato dall’unico cinema che lo proiettava in Iraq), si fa presto a rendersi conto che è proprio vero il detto “Nel bene o nel male, purché se ne parli”. Certo, non c’era poi troppo bisogno di accendere ulteriormente i riflettori su un titolo come Cinquanta Sfumature Di Grigio, che già si prospetta come un film da record.
Ma le maggiori testate internazionali (parliamo di Huffington Post e Hollywood Reporter, per dirne due) mettono in risalto come sia stata lanciata una campagna di boicottaggio contro al film di prossima uscita. A farlo è stata la pagina Facebook 50 Dollars not 50 Shades che, in buona sostanza, invita gli spettatori a devolvere la presunta spesa di una serata a due per andare al cinema a una associazione per la lotta alla violenza sulle donne.
Sicuramente, una iniziativa notevole dal punto di vista della sensibilizzazione sul tema: i delitti e le violenze domestiche ai danni delle donne sono una disperata e triste costante in tutto il mondo, indipendente dalla localizzazione geografica e dall’estrazione culturale. C’è da dire però che, per questo film (e per il libro), si tratta sempre di adulti consenzienti a ogni pratica, cosa ben diversa da quello che è un atto di violenza. Narrazioni di fatti più cruenti e violenti passano “inosservate” agli occhi delle associazioni che, quando si tratta di sesso, si accaniscono in maniera piuttosto importante (si può, cambiando genere, portare alla memoria le polemiche per La Vita Di Adele e le scene di sesso lesbico “troppo esplicito” secondo alcuni).
Quale sarà il risultato finale della cosa, lo scopriremo solo al botteghino.